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MATHILDE ROUXEL / Jocelyne Saab: filmografia, arti visive, mostre, premi

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Matteo Fantozzi

Andiamo a scoprire tutto su Jocelyne Saab dalla filmografia alle arti visive fino alle mostre e i premi in uno specchietto completo sulla sua arte.

Jocelyne Saab (ANSA) LaFuriaUmana.it

I. Filmografia

La casa libanese

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Hassan Naamani
Montaggio: TV Libano canale 7
Produzione: TV Libano canale 7
Documento – 1970 – colore
Libano, documentario 16mm – 30’
Sinossi: Perché e come una casa trasporta la vita di tutti coloro che l’hanno attraversata.

GHADAFI la Marcia Verde ovvero l’Islam in movimento

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Gérard Simon
Montaggio: Francia3
Produzione di riviste 52
1973 – colore
Francia, rapporto 16mm –10’ X3
Trasmesso in tre soggetti su France 3
Fonte INA
Sinossi: i primi sconvolgimenti della politica in Libia e i tumultuosi rapporti con l’Egitto. Il dirottamento di un aereo di linea all’aeroporto di Bengasi da parte dell’Armata Rossa giapponese.

Ritratto di Gheddafi

Regia: Jocelyne Saab
Montaggio: Francia3
Produzione: Rivista 52
Documento – 1973 – colore
Francia, documentario 16/35mm – 52’
In onda su France 3.
Fonte INA
Sinossi: Ritratto punteggiato di un giovane capo di stato che ammira Nasser nei primi giorni della costruzione di uno stato moderno in Libia.

La Guerra d’Ottobre o la Guerra d’Oriente

Regia: Jocelyne Saab
Immagine e suono: squadra egiziana
Redazione: rivista 52
Produzione: rivista 52
Cinque resoconti da 15 minuti
Fonte INA
Documento – 1973 – colore
Francia, 16mm – 10’
Sinossi: il regista filma la Guerra d’Ottobre in Egitto sul fronte in una città, Il Cairo, consegnata al silenzio e alla resistenza.

Il fronte del Golan o il rifiuto siriano

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: squadra NBC
Produzione: rivista 52
Montaggio: Francia2
Documento – 1974 – colore
Francia, 16mm – 15’
In onda su France 3

Fonte INA

Sinossi: la prima volta in prima linea in Siria, nel Golan che gli israeliani stanno per occupare.
Il Fronte del Rifiuto (o The Suicide Squads)
Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Zaven
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Montaggio: Francia2
Documento – 1974 – colore
Libano, 16mm – 10’
Trasmesso su Antenne 2 il 22 luglio 1975
Sinossi: Quando la pace si rivela impossibile, tutti i mezzi sono buoni per difendere una causa politica. Da lì, sul confine che separa i territori palestinesi da quello che questi ultimi rifiutano di riconoscere come Israele, è nata l’idea dei commando suicidi. Jocelyne Saab filma adolescenti, dai sedici ai ventidue anni, che si allenano instancabilmente, in una base sotterranea segreta, per diventare commando suicidi.

Donne palestinesi

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Hassan Nammani
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Montaggio: Philippe Gosselet
Documento – 1974 – colore
Libano, 16mm – 15’

I Nuovi Crociati d’Oriente (o Ritratto di mercenario francese)

Regia: Jocelyne Saab
Giornalista: Jörg Stocklin
Immagine: Gérard Simon, Hassan Naamani
Suono: Marc Mourani, Michel Beruet
Montaggio: Philippe Gosselet, Marie-Jeanne de Susini
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Documento – 1975 – colore
Libano, 16mm – 10’
Trasmesso nelle sale come la prima parte di Lebanon in Turmoil
Sinossi: La guerra lascia il segno; è anche la vocazione di pochi, per i quali la morte resta una professione. Ritratto di un mercenario francese ingaggiato in Libano dalle milizie falangiste per addestrare le milizie.
Sinossi: Il 1 settembre 1973, in occasione del quarto anniversario della Rivoluzione, Jocelyne Saab si reca a Tripoli, in Libia. Questa è un’opportunità per lei di dipingere un ritratto del Paese, dei suoi leader e delle loro politiche.

Il Libano in tumulto – Loubnan fil dawama

Regia: Jocelyne Saab
Giornalista: Jörg Stocklin
Immagine: Gérard Simon, Hassan Naamani
Suono: Marc Mourani, Michel Beruet
Montaggio: Philippe Gosselet, Marie-Jeanne de Susini
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio documentario – 1975 – a colori
Libano, 16 mm – 75’
Uscita nelle sale a Parigi.
Sinossi: Pochi mesi dopo l’incidente del 13 aprile 1975, durante il quale i civili palestinesi furono mitragliati dai miliziani falangisti, i risultati furono più tragici: seimila morti, ventimila feriti, rapimenti incessanti, una capitale semidistrutta. Questo film ripercorre le origini del conflitto libanese, la percezione di una società che va in guerra cantando. Documento unico sulla guerra civile libanese.1

Figli della guerra – Atfal Al-Harb

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Hassan Naamani
Montaggio: Francia2
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Documento – 1976 – colore
Libano, 16/35mm – 10’
Trasmesso su Antenne 2 il 17 aprile 1976.
Sinossi: Pochi giorni dopo il massacro della Quarantena, in una baraccopoli a maggioranza musulmana di Beirut, Jocelyne Saab incontra i bambini sopravvissuti, segnati dalle orribili visioni dei combattimenti avvenuti davanti ai loro occhi. Offrendo loro delle matite per disegnare e incoraggiandoli a giocare sotto l’occhio della sua macchina da presa, la regista si trova di fronte ad un’amara constatazione: non conoscono più altro gioco che quello della guerra che, presto, diventa anche loro una professione. .

Beirut, mai più

Regia: Jocelyne Saab
Commento: Etel Adnan
Immagine: Hassan Naamani, Jocleyne Saab
Montaggio: Philippe Gosselet
Leggi per la versione francese: Jörg Stoecklin
Leggi per la versione inglese: Jocelyne Saab
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Documentario creativo di medio metraggio – 1976 – a colori
Libano, 16/35mm – 35’
Trasmesso nel programma “Choc de l’information”, France 2.
Sinossi: Nel 1976, la città di Beirut visse l’inizio del suo calvario. Con gli occhi della sua infanzia, la regista segue per sei mesi, giorno per giorno, il deterioramento dei muri. Ogni mattina, tra le sei e le dieci, sorveglia Beirut, nel momento in cui i miliziani di entrambe le parti si riposano dalle notti di combattimento.

Il Sahara non è in vendita

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Olivier Guenneau
Suono: Jean-Michel Brun
Montaggio: Philippe Gosselet
Produzione: Collezione Artisti
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio documentario – 1977 – a colori
Francia, 16mm – 75’
Uscito nelle sale nel 1977 a Parigi.
Sinossi: Questo reportage nel cuore del deserto ripercorre i conflitti tra algerini e marocchini nel territorio di El-Aaioun e la resistenza dei Saharawi del Fronte Polisario.

Egitto, Città dei Morti (o “Ogni anno a gennaio”) – Madinat Al-Mawta

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Hassan Naamani
Suono: Juan Pablo Molestina
Montaggio: Philippe Gosselet
Musica: Sheikh Imam
Interpretazione: Sheikh Imam, Azza Nagm
Paroliere: Ahmad Fouad Nagm Documentario creativo di medio formato – 1977 – colore
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Libano, 16 mm – 35’
Uscita nelle sale nel 1977 a Parigi
Sinossi: Jocelyne Saab si reca in Egitto per dipingere un ritratto del Cairo, “madre del mondo”, di cui cerca le radici. Mentre Beirut, la sua città, cade in rovina, lei cerca nella Città dei Morti le tracce di uno stile di vita e di tradizioni che stanno scomparendo anch’esse sotto i colpi della globalizzazione.

Lettera da Beirut

Regia: Jocelyne Saab
Testo: Etel Adnan e Jocelyne Saab
Immagine: Olivier Guenneau
Suono: Mohamed Awad
Montaggio: Philippe Gosselet
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Film documentario/fiction medio – 1978 – colore
Libano, 16mm – 52’
Sinossi: Tre anni dopo l’inizio della guerra civile, la regista ritorna per alcuni mesi nella sua città. A cavallo tra un paese in guerra e uno in pace, ha difficoltà a riadattarsi alla vita. Facendo ripartire un autobus, quando i trasporti pubblici non funzionano più, provoca uno scoppio di normalità nella città in guerra: le persone salgono sull’autobus, dove vedono uno spazio di sicurezza.

Iran, utopia in movimento – Irâne, thread youtopia

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Jocelyne Saab
Giornalista: Rafic Boustani
Montaggio: Philippe Gosselet
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Documentario di medio metraggio – 1980 – colore
Libano, 16 mm – 52’
Trasmesso su NHK.
Trama: La rivoluzione iraniana portò alla caduta dello Scià e all’instaurazione di una Repubblica islamica. Questo film ha deciso di allontanarsi dalle notizie più scottanti per cercare di capire, attraverso la società nel suo insieme, cosa rappresentasse quest’ondata che avrebbe travolto il mondo musulmano.

Beirut, la mia città: Beirut Madinati

Regia: Jocelyne Saab
Testo: Roger Assaf
Immagine: Hassan Naaman
Montaggio: Philippe Gosselet
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Documentario di medio metraggio – 1982 – colore
Libano, 16mm – 52’
In onda su France 3.
Trama: Nel luglio 1982, l’esercito israeliano assediò Beirut. Quattro giorni prima Jocelyne Saab aveva visto la sua casa bruciare e 150 anni di tradizione familiare andare in fumo. Allora si pone la domanda: quando è iniziato tutto questo? Ogni luogo diventerà poi una storia e ogni nome un ricordo.

Una vita sospesa (Adolescente, zucchero d’amore) – Ghazl al Banat – 2

Regia: Jocelyne Saab
Sceneggiatura: Gerard Brach
Traduzione: Tahar Ben Jelloun
Immagini: Claude La Rue
Musica: Siegfried Kessler
Interpretazione: Jacques Weber, Hala Bassam, Juliet Berto
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio di finzione – 1985 – colore
35mm – 90’
Pubblicato nel 1987 a Parigi.
Sinossi: Samar è una giovane ragazza di guerra. Nomade forzata, è cresciuta tra i combattenti, con i quali ha imparato a convivere in un Paese in guerra. La sfida che lancia costantemente alla vita contrasta con il suo gusto per le commedie d’amore egiziane, fino al giorno in cui l’incontro con Karim unirà queste due parti della sua personalità, con la nascita di una storia d’amore nel cuore della guerra.

L’architetto di Luxor – Mouhandess Luxor

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Jérôme Ricardou
Montaggio: Philippe Gosselet
Cast: Jocelyne Saab
Cortometraggio documentario – 1986 – colore
16mm – 20’
In onda su France 3 durante il programma “Taxi”.
Sinossi: Un architetto-filosofo, allievo di Hassan Fathi, spiega come ha costruito la sua casa, in terra cruda, qualcosa di un’unica matrice, che collega l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, qualcosa che abbiamo dimenticato alla fine del secolo , che vorrebbe riscoprire come fecero gli egiziani in epoca faraonica. Offre la spiegazione di questo progetto dalla produzione del primo mattone di fango alla filosofia di progettare un’arte di vivere: mettere l’Oriente e l’Occidente sotto lo stesso ombrello.

I fantasmi di Alessandria

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Jérôme Ricardou
Montaggio: Philippe Gosselet
Cast: Jocelyne Saab
Cortometraggio documentario – 1986 – colore
16mm – 20’
In onda su France 3 durante il programma “Taxi”.
Sinossi: Alessandria vile ellenistica, greca, romana, copta era anche la piccola Parigi degli anni Trenta… Con il poeta Cavaffi è l’evocazione di questa città quando era al centro del mondo arabo ed europeo…

I Copti: La croce dei Faraoni

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Jérôme Ricardou
Montaggio: Philippe Gosselet
Cast: Jocelyne Saab
Cortometraggio documentario – 1986 – colore
16mm – 20’
In onda su France 3 durante il programma “Taxi”.
Sinossi: Ritratto iconico dei Copti, la più antica comunità cristiana d’Oriente, dei suoi legami con l’antico Egitto, dei suoi legami con l’ascesa del fondamentalismo islamico, delle sue tradizioni, del suo modo di affrontare questo pericolo. .

Le Almées, danzatrici orientali – Al’Alma’

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Hassan Naamani
Montaggio: Philippe Gosselet
Produzione: Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Cortometraggio documentario – 1989 – colore
Libano, 16 mm – 26’
Trasmesso su Canal + il 15 aprile 1989
Sinossi: Tettone e tutte vestite di lamé, le danzatrici orientali – le Almées – intrattengono sempre matrimoni e circoncisioni. Si ispirano alle stelle della danza orientale degli anni ’40 e ’50: Samia Gamal, Tahia Carioca, Naïma Akef, ecc… Ballerine popolari, arrivano da tutti gli angoli dell’Egitto e sognano segretamente di diventare un giorno le regine di uno dei i palazzi del Cairo. Dina, star degli anni ’80, ha realizzato questo sogno.

Fecondazione in video

Regia: Jocelyne Saab
Produzione: Ministero della Ricerca, Ministero degli Affari Esteri, France 2, CNC, Balcon Production
Cast: LMK e Jocelyne Saab
Documento – 1991 – colore – Francia
Video – 26′
Trasmesso su France 2, nel programma Envoyé Spécial.
Sinossi: Utilizzando una sonda dotata di telecamera, Jocelyne Saab filma i progressi della fecondazione in vitro. Rapporto sulle operazioni di impianto in un ospedale.

C’era una volta a Beirut, la storia di una star – Kan ya ma Kan, Beirut

Regia: Jocelyne Saab
Sceneggiatura: Roland-Pierre e Philippe Paringaux.
Immagini: Roby Breidi
Montaggio: Dominique Auvray
Interpretazione: Michèle Tyan, Myrna Makaron, Pierre Chamassian
Produzione: Produzione di balconi
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio documentario/fiction – 1994 – colore
Libano, 35mm – 100’
Trasmesso su ARTE l’11 aprile 1995 – Uscita nelle sale l’8 maggio 1995 a Beirut.
Sinossi: Per festeggiare il loro ventesimo compleanno, Yasmine e Leila decidono di far visita al grande appassionato di cinema e collezionista Mr. Farouk per scoprire un Libano che non hanno mai conosciuto. Alla ricerca di un passato, realizzando attraverso il cinema una vera e propria opera della memoria, le due eroine si immergeranno nell’universo cinematografico internazionale che ha contribuito a disegnare, per oltre quarant’anni, l’immagine di una star di Beirut. Di fronte alla realtà della guerra che ha distrutto questa memoria, la proiezione di questi film (selezionati tra più di 250) di cui queste due ragazze si appropriano restituisce alla città una parte della sua storia, e quindi anche un po’ di speranza.

La Signora di Saigon – Sayidat Saigon

Regia: Jocelyne Saab
Immagine: Patrick Blossier
Suono: Pierre Donadieu
Montaggio: Barbara Doussot
Produzione: Produzione ADR (Francia)
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio documentario – 1998 – colore
Libano, Vietnam, Francia – 60’ – 35mm
Sinossi: Ritratto di una grande signora, ministro del governo rivoluzionario del Vietnam del Sud, la dottoressa Hoa, la cui vita è una lotta e la lotta, una felicità. Ha vissuto la prigione e la macchia mediterranea durante la guerra. Lei parla della sua esperienza.

Dunia, non baciarmi sugli occhi – Dunia: Balash Tibosni fi ‘Einayya

Regia: Jocelyne Saab
Sceneggiatura: Jocelyne Saab
Immagine: Jacques Bouquin
Montaggio: Claude Reznic
Suono: Fawzi Thabet
Musica: Jean-Pierre Mas, Patrick Leygonie
Con: Hanan Turk, Mohamed Mounir, Fathy Abdel Wahab, Sawsan Badr, Youssef Ismail, Ayda Reyad, Khaled El Sawi
Produzione: CDP, Collezione Artista, Jocelyne Saab
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio di finzione – 2005 – colore
Egitto, Libano, Francia – 112’ – 35mm
Uscita nelle sale.
Sinossi: Dunia è una variazione del desiderio femminile, un argomento eminentemente tabù nella società araba e in particolare egiziana in cui si svolge l’azione. Attingendo al potere erotico del patrimonio poetico e musicale arabo, il film parla di amore e desiderio attraverso una donna segnata da un’educazione tradizionale e restrittiva. Il culmine del film è il trauma causato dalle mutilazioni genitali femminili (che colpisce il 97% delle donne in Egitto secondo i rapporti di UNICEF, Amnesty International e UNDP).

Cosa sta succedendo? – Shou ‘amm Beyseer?

Regia: Jocelyne Saab
Sceneggiatura: Jocelyne Saab, Joumana Haddad
Immagine: Jacques Bouquin
Montaggio: Catherine Poitevin
Musica: Vladimir Kurumilian
Arredamento: Elie Khater
Suono: James Galt
Con: Khouloud Yassine, Nasri Sayegh, Raia Haïdar, Jalal Khoury, Ishtar Yasin Guitierrez, Joumana Haddad.
Produzione: Jocelyne Saab, Collection d’Artistes
Cast: Jocelyne Saab
Lungometraggio di finzione – 2009 – colore
Libano, Francia, 80’ – Mono-HDTV
Sinossi: A Beirut, uno scrittore, figlio di uno stilista, taglia e cuce i suoi testi basandosi sui personaggi della città. Incontra Khouloud, una ballerina, che tocca il cuore di Beirut.

II. Arti plastiche (Fotografie, installazioni)

Senso, Icone e Sensibilità
Serie di cento fotografie – 2007
Progetto: Ciclo di fotografie diviso in due temi, entrambi i quali ci invitano a decifrare il modo in cui gli arabi vedono se stessi, in particolare le loro donne e il loro aspetto sessuale. 2) Il rovescio dell’occidentalismo: basato sulle riflessioni di Edward Saïd su un’inversione di ciò che chiamiamo orientalismo (“l’immagine distorta che l’Occidente ha dell’Oriente per comprenderlo meglio). Rappresentarlo, definirlo e dominarlo”3) nell’Occidentalismo (“rappresentazioni cliché dell’Occidente”4), Jocelyne Saab mette in discussione le fratture di significato che oppongono Oriente e Occidente. Per fare questo, presenta le Barbie, icone privilegiate per simboleggiare il cliché della donna occidentale, nel cuore di un mondo arabo dominato dalla religione e da una politica tradizionalista pericolosa per la libertà del corpo.

Architettura morbida: questa raccolta di fotografie lavora e mette in discussione la sensualità dell’Oriente attraverso la luce. Fotografando la fragilità delle tende beduine nel deserto, Jocelyne Saab rivela attraverso i suoi occhi una sensualità inerente alla cultura araba, sebbene repressa, addirittura spesso dimenticata.

Strani giochi e ponti

Installazione multimediale; dispositivo video in ventidue schermi e televisori; ricostruzione di un giardino pensile con realizzazione di una passerella metallica a forma di U (lunga 42 m); al centro, una stanza di 3,6 x 3,6 m – 2006,5
Progetto: Con questa installazione, realizzata in seguito ai nuovi bombardamenti che hanno devastato Beirut nel 2006, Jocelyne Saab tenta di testimoniare sia gli avvenimenti recenti sia la drammaticità della recrudescenza della guerra in Libano, mentre il Paese si stava già riprendendo con grandi difficoltà dalla crisi conflitti del 1975-1991), per offrire una memoria degli eventi e immaginare un’utopia: la ricomparsa del giardino a Beirut. Per chi vedeva nella città il “giardino della sua infanzia”, un Eden ormai perduto, la distruzione della capitale libanese da parte degli uomini impone una messa in discussione della pace e un ritorno alla natura. La sua installazione permette allo spettatore di vagare attraverso l’atmosfera pesante imposta dalla guerra, illustrata da immagini d’archivio dei suoi vecchi documentari sulla guerra che segnano il percorso, insieme a scatti realizzati nel 2006, quando i ponti della città furono distrutti dagli aerei israeliani.

Caffè del genere

Videoinstallazione di sei cortometraggi su sei schermi – 2013
Progetto:
Con Café du Genre, Jocelyne Saab propone sei cortometraggi di circa quattro minuti ciascuno realizzati in quattro paesi del Mediterraneo che trattano le modalità di espressione del genere, del corpo, della sessualità, dell’identità. Attraverso sei interviste ad artisti o personalità interessate da questa spinosa questione in quest’area geografica, Jocelyne Saab disegna i contorni di un corpo vittima di bullismo, sottoposto a violenza, represso, inibito.

Café du Genre I: Table du Fou Vert, intervista con Walid Aouni, coreografo, Egitto.
Café du Genre II: Tavola del Faraone Pittore e dei suoi danzatori, intervista ad Adel Siwi, pittore, Egitto.
Café du Genre III: Tabella di revisione del corpo, intervista a Joumana Haddad, fondatrice della rivista Jasad, Libano.
Café du Genre IV: Golden Ocra Table, intervista a Cuneyt Cebenoyan e Melek Ozman, fondatori del concorso Golden Ocra che premia i film considerati più macho dell’anno, Turchia.
Café du Genre V: Tavola di danza e orgoglio, intervista ad Alexandre Paulikevitch, ballerino e coreografo, attivista per la causa degli omosessuali in Libano, Libano.
Café du kind VI: Tabella dei requisiti, intervista a Wassyla Tamzali, femminista algerina, ex avvocato presso il tribunale di Algeri, Algeria.

III. Mostre (elenco non esaustivo)

Dubai Art Fair (rappresentata da Agial Gallery), Sense, Icons, Sensitivity, fotografie, Emirati Arabi Uniti, 2007.
Museo Nazionale di Singapore, Strange Games and Bridges, videoinstallazione, Singapore, 2007.
Fiera di Abu-Dhabi, mostra collettiva “Movimento e comunicazione”, fotografie, Emirati Arabi Uniti, 2008.
Vesoul Festival Internazionale del Cinema Asiatico (FICA), La città di Jean-Léon Gérôme e il rovescio dell’orientalismo, fotografie, Francia, 2008.
Imagini Donna Festival, Firenze, Senso, Icone e Sensibilità, fotografie, Italia, 2008.
Agial Gallery, Beirut, Sense, Icons and Sensitivity, fotografie Libano, 2008.
Grand-Palais, “Art Paris”, Marilyn e gli Arabi, fotografie, Francia, 2008.
Dicembre Mostra al Museo Nazionale, Tripoli, “Soft Architecture”, fotografia, Libia, 2009.
American University Museum, Katzen Arts Center, Washington, New Art From Lebanon, Stati Uniti, 2010.
Les Halles de Saerbeck, Bruxelles, mostra collettiva “Beirut, Paradigm of War”, Le Jardin de la guerre, installazione video, Belgio, 2011.
Galerie Regard Sud, in risonanza con la Biennale d’Arte Contemporanea, Lione, Trasmissione interrotta, Francia, 2011.
MUCEM, Marsiglia, nell’ambito della mostra “Au Bazar du Genre”, Café du Genre, videoinstallazione, Francia, 2013.

IV. Nomine e premi (selezione)

Libano in tumulto, Premio della Critica Araba, 1975.
Children of War, Premio della Giuria Cattolica al Festival del Film Documentario di Oberhausen, Germania, 1976.
Egitto, città dei morti, menzione al Festival del cortometraggio di Lille, 1977.
Lettera da Beirut, Bronze Tanit al festival di Cartagine, Tunisia; premiato al Festival del film documentario di Oberhausen, Germania, 1978.
Beirut, la mia città, Primo Orecchio d’Oro alla XXVIII Settimana Internazionale del Cinema a Valladolid, Spagna, 1982; Premio della Giuria Internazionale al Festival del Cinema Documentario di Oberhausen, Germania, 1982.
Una vita sospesa (Teenage Girl, Sugar of Love) selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 1985 con il titolo L’Adolescente sugar of love.
C’era una volta a Beirut: la storia di una star, invitata ai festival di Cartagine, Rotterdam, Bombay, Singapore, Seattle, Ginevra, Rimini, Mosca. In onda su Arte. .
Fecondazione in video, Premio Scoop Scientifico di Angers, 1991; premio per la migliore regia di un film medico a Montpellier, 1991; prezzo della città di Biarritz, 1991.
La dame de Saigon, premio per il miglior documentario francese assegnato dalla commissione audiovisiva del Senato francese, 1997.
Dunia, Premio del pubblico e Premio della gioventù, Friburgo; Premio Silver Screen per la migliore attrice, Singapore, Preis der Provinz Milano, Miglior film, Algarve, Premio della giuria per la migliore sceneggiatura (2003); Premio Writing Workshop dei Carthage Cinematographic Days, 2006, nominato per il Gran Premio della Giuria del Sundance festival, 2006; nominato per il Gran Premio delle Americhe, 2005.

Matilde Rouxel

Matteo Fantozzi

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