Perché il Fisco vuole controllare i conti cointestati: scopriamo se è legale

Il Fisco vuole controllare tutti i conti cointestati, onde evitare di registrare brutte sorprese o illeciti di vario genere: ma è legale?

Come da sottotitolo, sembra che il Fisco sia fortemente intenzionato a controllare ogni singolo conto cointestato. Il motivo si presume essere quello di registrare e segnalare eventuali infrazioni. A questo proposito, però, molti contribuenti o cittadini generici si sono chiesti se questa pratica sia legale o meno. Ebbene, nel corso delle prossime righe cercheremo di scoprirlo, in maniera come al solito chiara ed esaustiva.

La questione inerente ai conti cointestati è sempre stata storicamente spinosa. Tanta burocrazia, tante regole non sempre chiare e soprattutto tanti contenziosi silenziosi che si registrano ogni giorno. Insomma, i soliti problemi che riguardano ogni singola pratica che avvenga in Italia. Nulla di nuovo all’orizzonte. Questa volta, però, le sensazioni sono ben peggiori. Le indagini dell’Agenzia delle Entrate non sempre sono ben viste dagli indiziati. Questo poiché di solito sono provvedimenti drastici, e in quanto tali non piacciono a nessuno.

Una cosa è certa: l’Agenzia è nel pieno potere di compiere determinate azioni. E su questo non c’è granché da discutere. Avere un conto corrente con un’altra persona non mette automaticamente al riparo da eventuali equivoci. Anzi. Qui si parla sia di natura fiscale che tributaria, dunque i controlli del Fisco oltre ad essere leciti potrebbero anche essere frequenti e “vigorosi”, per porre tutto in questi termini.

Le indagini del Fisco sono legali?

Tra i tanti poteri che il Fisco possiede, vi rientra dunque quello di controllare ogni singolo movimento che avviene nei suddetti conti. Le indagini bancarie rientrano in questi provvedimenti, e possono dunque essere applicate. Chiaramente nel pieno rispetto della prassi vigente, dunque senza eccedere in alcun modo. Si possono dunque esaminare tutti gli estratti e analizzare ogni singolo importo. In entrata e in uscita.

Le cosiddette “indagini bancarie” rientrano pienamente nella parte di potere che l’Agenzia può effettivamente esercitare. Inoltre la normative vigente non pone limiti o restrizione a questa azione, la quale può essere esercitata nel pieno delle sue facoltà.

Insomma, le perplessità dei cittadini di interesse almeno a livello legale non hanno alcun senso di esistere. Resta solamente da capire tempistiche e modalità con cui avverrà ciò, ma non sono argomenti esposti ai cittadini. Non nel breve periodo quantomeno. Non ci resta altro da fare che aspettare ulteriori comunicazioni in merito.