La prevenzione resta lo strumento migliore per individuare in modo tempestivo molte malattie, nonostante questo il cancro alle ovaie continua a fare paura. Ecco i sintomi a cui è bene prestare attenzione.
Sottoporsi a controlli periodici rappresenta la garanzia migliore per individuare eventuali malattie e avere quindi maggiori certezze di poterle vincere. Nel caso delle donne l’ideale sarebbe prenotare almeno una volta all’anno una visita ginecologica e una ecografia/mammografia, utili per capire quale sia la situazione dell’apparato riproduttivo femminile, oltre che per arrivare a una diagnosi il più possibile precoce del tumore al seno, specialmente se si hanno precedenti a livello familiare.
La medicina negli ultimi anni ha fatto certamente passi da gigante ma nonostante questo il cancro alle ovaie continua a essere uno di quelli che fa maggiormente paura; al momento è al decimo posto tra le forme tumorali più diffuse e costituisce il 3% di tutte le diagnosi di tumore. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 40% circa, soprattutto perché in molti casi la malattia viene diagnosticata quando è in fase già avanzata,
La diagnosi viene effettuata attraverso l’esame pelvico, che prevede l’ecografia transvaginale e la palpazione dell’addome. Questo tipo di visita però troppo spesso viene rimandata per vergogna o, peggio ancora per paura, proprio per questo si arriva a diagnosticare la patologia semplicemente perché viene scoperta quando la malattia è ormai avanzata.
Alcuni sintomi potrebbero essere associati ad altri problemi, ma possono essere in realtà ricondotte a questo tipo di tumore, proprio per questo sarebbe bene parlarne tempestivamente con il medico se dovessero essere riscontrati.
Tra questi possiamo segnalare la perdita di appetito e il dolore addominale. Alcune donne, invece, avvertono sanguinamento vaginale anomalo, stanchezza senza apparente motivo e frequente bisogno di urinare. Se preso in tempo, guarire può essere possibile, proprio per questo è importante avere un rapporto di fiducia con il proprio ginecologo, in modo tale da essere indirizzati al meglio su cosa fare per poter arrivare a un’eventuale diagnosi. Il medico a seconda dei casi potrebbe consigliare un esame del sangue, volto a controllare alcuni valori specifici, un esame interno ed, eventualmente, un’ecografia.
Pur non essendoci un legame assoluto, chi ha avuto una parente che ha sofferto di cancro al seno viene invitato a effettuare controlli specifici. Nel caso del cancro alle ovaie, invece, ci sono dei fattori specifici che possono portare a pensare di poter incorrere nella malattia?
Il rischio è maggiore quando si sono superati i 65 anni di età, la metà dei casi viene diagnosticata proprio da qui in avanti. Anche in questo caso è altrettanto importante la storia familiare: il 5-10% dei casi è legato a chi ha una mamma o una nonna che l’hanno avuto in passato.
Tra gli altri fattori da prendere in considerazione ci sono le donne che hanno avuto il primo ciclo mestruale in giovane età o che sono entrate in menopausa al di sopra dei 55 anni. A correre un rischio maggiore sono anche le donne che si sono sottoposte a un trattamento radioterapico per tumori.
Lo screening, anche in assenza di sintomi, è consigliabile in alcune donne con casi di cancro dell’ovaio in famiglia legato alla positività per i geni BRCA1 e BRCA2. A quel punto sarebbe bene sottoporsi agli esami preventivi già sei mesi prima dei 40 anni.
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