È ancora allarme pensioni: dopo tanti anni di sacrifici rischiamo di non prendere nulla. Vediamo cosa accadrà.
Gli esperti lanciano l’allarme: tanti non vedranno mai la pensione nonostante anni di lavoro e sacrifici. In questo articolo vi spieghiamo cosa succederà.
La riforma delle pensioni diventa sempre più urgente come urgente è il superamento della legge Fornero. A settembre, con la NaDef – nota di aggiornamento al documento di Economia e Finanza – il Governo Meloni getterà le basi per la legge di Bilancio 2024 e si tireranno le somme. Solo allora si potrà capire quante risorse si potranno investire per la riforma previdenziale. Ciò che è certo è che la situazione dei giovani è sempre più preoccupante in quanto il sistema contributivo puro introdotto dalla riforma Dini e la riforma Fornero mal si conciliano.
Pensioni: ecco perché non le vedremo mai
Arriverà il giorno in cui anche riuscire ad andare in pensione a 67 anni sarà un miraggio. Secondo i calcoli degli esperti, molti di noi saranno costretti a lavorare fino a 74 anni.
Bisogna tener conto di due fattori:
- la legge Fornero permette di andare in pensione a 67 anni solo se una persona ha almeno 20 anni di contributi e solo se ha maturato un assegno pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
- Il sistema contributivo puro introdotto dalla Riforma Dini, ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno previdenziale, tiene conto solo dei contributi.
Ma i giovani di oggi – gli under 35 in particolare – lavorano in modo discontinuo e con contratti atipici. Inoltre guadagnano poco. Di conseguenza hanno pochi contributi. Il che significa che – se non si supera la legge Fornero – ben pochi a 67 anni avranno maturato un assegno previdenziale sufficiente per poter andare in pensione. Secondo le stime chi oggi ha 35 anni o meno dovrà continuare a lavorare fino a 74: ma molti potrebbero anche non arrivarci a 74 anni e, dunque, non vedranno mai la loro pensione.
Oltre a questo problema se ne aggiunge un secondo: la maggior parte degli attuali 30-35enni ha stipendi bassi e, pertanto, siccome le pensioni vengono calcolate con il sistema contributivo puro, gli assegni pensionistici – stando ai calcoli – saranno intorno ai mille euro. Il sistema contributivo puro, infatti, funziona solo laddove vi è un progressivo aumento degli stipendi: cosa che non avviene nel nostro Paese. Eppure l’Italia è seconda solo alla Grecia in quanto a spesa previdenziale.
Se la legge Fornero non verrà superata con un’adeguata riforma delle pensioni chi ha stipendi bassi dovrà lavorare fino a 7 anni in più rispetto a chi ha stipendi medio-alti e per trovarsi poi con una pensione del tutto insufficiente a far fronte ai costi della vita che diventeranno sempre più alti. Sulla riforma delle pensioni ci sono ancora troppi nodi da sciogliere ma è urgente intervenire per non rischiare che molti lavorino tutta la vita per poi morire prima di arrivare all’età della pensione.