È un’abitudine che hanno in molti ma che sarebbe bene evitare. Ecco perché è meglio non lasciare il caricabatteria costantemente collegato alla corrente
L’atto di mettere il proprio smartphone sotto carica è ormai un’abitudine quotidiana e ci sono persone che ricaricano il proprio telefonino anche due o addirittura tre volte al giorno a causa dell’utilizzo intensivo. Pertanto, spesso per comodità, si tende a lasciare il caricabatterie costantemente collegato alla presa della corrente, questo anche qualora all’altro capo del filo non sia presente uno smartphone.
Questo modus operandi però è sconsigliato perché comporta alcune conseguenze anzitutto dal punto di vista economico. Infatti il caricabatterie consuma elettricità anche quando è attaccato alla presa senza un telefonino. Ma sapete in che misura?
Vi spieghiamo dunque quanto consuma il trasformatore, una bobina di rame che riduce la tensione dell’energia elettrica da 220 a 9 v, attaccato alla corrente. Anche se in modo ridotto, il consumo c’è e non va sottovalutato, tanto più se questo viene fatto con diversi caricabatterie nello stesso appartamento. Si tratta di uno spreco energetico che potrebbe essere facilmente evitato, andando a ridurre i costi in bolletta.
Il trasformatore, dicevamo, non solo riduce la tensione dell’energia elettrica ma converte in corrente continua l’elettricità in corrente alternata, per fare in modo che sia compatibile con i device elettronici tra i quali lo smartphone ma anche tablet, pc, portatili. Il trasferimento di energia avviene in modo sicuro ed efficiente grazie alla presenza del circuito di rettifica e degli oscillatori.
Il consumo di energia elettrica lasciandolo attaccato alla presa è pari a 0,25 W, molto meno dei 3 W consumati quando lo smartphone è collegato comunque da tenere in seria considerazione qualora il caricabatterie resti collegato ogni giorno per 24 ore. Il costo si può calcolare considerando il prezzo dell’energia elettrica: ipotizzando che sia di 0,5 euro/kWh si andrebbero a consumare annualmente 2.2190 W, ovvero 2,22 kWh.
In soldoni si tratta di una spesa di circa 1,1 euro l’anno che però può nettamente aumentare per due motivi: se i caricabatterie sono diversi e se il prezzo dell’energia elettrica è elevato come sta accadendo in questo periodo. Si potrebbe dunque arrivare ad avere costi anche di 6 o 7 euro l’anno solo per questo comportamento sconsigliato. In più occorre considerare anche i potenziali rischi per la sicurezza legati al surriscaldamento del caricabatterie.
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