Novità importanti sul fronte delle pensioni: cambia tutto per le uscite anticipate e i contributi figurativi.
Il mondo delle pensioni in Italia è un rebus difficile da risolvere. Una riforma non è solo urgente ma è anche necessaria. Qualora, infatti, il Governo Meloni non riuscisse a superare la legge Fornero, molti di noi dovranno continuare a lavorare anche fino a 74 anni poiché la legge Fornero non permette di andare in pensione se l’assegno previdenziale non è pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale. Di conseguenza i giovani che hanno stipendi bassi o che lavorano part time, molto difficilmente a 67 anni riusciranno ad aver maturato un assegno previdenziale di importo sufficiente per poter smettere di lavorare.
Infatti bisogna anche aggiungere che gli assegni pensionistici attuali e del futuro sono e saranno tutti calcolati con il sistema contributivo puro introdotto dalla riforma Dini. Quest’ultima unita alla legge Fornero rende impossibile per molti smettere di lavorare a 67 anni o prima. Le misure di prepensionamento non mancano ma richiedono contributi molto elevati. A ciò si aggiunge un’altra- pessima- notizia: non tutti i contributi sono utili ai fini della pensione.
Attualmente in Italia la pensione è regolata dalla legge Fornero: si può smettere di lavorare a 67 anni ma solo se si hanno almeno 20 di contributi e un assegno pari almeno a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale. Obiettivo del Governo Meloni è estendere a tutti i lavoratori Quota 41 ma anche questa misura presenta delle criticità.
Quota 41 prevede il pensionamento al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica del soggetto. Tuttavia, per poter beneficiare di questa misura, sono necessari due requisiti che pochi conoscono:
Nei contributi effettivi non rientrano, quindi, i periodi di malattia o di disoccupazione o il riscatto degli anni universitari o il servizio militare. Ma non solo: l’anno di contributi versati prima di aver compiuto 19 anni deve essere composto per intero da contributi effettivi. Se, quindi, una persona ha raggiunto 41 anni di contributi ma non ha un intero anno di contributi effettivi versati prima dei 19 anni, non potrà andare in pensione con Quota 41.
Come potrà fare, allora, per smettere di lavorare prima di aver compiuto 67 anni? Se un soggetto ha già 41 anni di contributi può pensare di accedere alla pensione con Quota 103 che, però, consente il pensionamento solo a 62 anni e non prima. In alternativa c’è la pensione anticipata ordinaria che permette l’uscita dal lavoro a qualunque età con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne o con 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
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