Le emoji ormai sono una parte fissa dei nostri messaggi ma attenzione a non abusarne e utilizzarle nelle chat di lavoro. Vediamo insieme il perché.
Tutti pazzi per gli emoji. Non possiamo farne a meno, i nostri messaggi sono ricchi di simboli che mandiamo ad amici e parenti tra facce sorridenti, tristi, cuori colorati e cibi. Da quando sono state diffuse una decina di anni fa, esse si sono evolute e hanno cambiato il nostro modo di comunicare. Se prima ci scambiavamo emoticon (come i due punti e la parentesi tonda chiusa per indicare uno smile o i due punti e la parentesi tonda aperta per una faccia triste), ora è l’era degli emoji.
Ma cosa è un emoji? Questi simboli pittografici, simili alle emoticon, sono diventati popolari in Giappone alla fine degli anni ’90. Esse furono inventate dalla compagnia telefonica giapponese NTT DoCoMo e, in particolare da uno dei suoi impiegati, Shigetaka Kurita. Dal 2008, sono stati inseriti all’interno dell’iPhone nel mercato giapponese e dal 2011 in quello internazionale.
Si tratta di immagini e simboli realistici che replicano una faccia (con diverso colore), animali, mezzi di trasporto, alimenti, oggetti, bandiere. Il nome deriva da e e moji e vengono utilizzati sia negli SMS che nelle e-mail.
Secondo una ricerca, l’emoji più usata in questi dieci anni è stata la faccina che ride con le lacrime di gioia. Nel 2023 è ancora lei in vetta tra quelle più gettonate. Al secondo posto c’è l’altra faccina che ride un po’ ruotata e al terzo, il cuore rosso. Giù dal podio le mani che pregano e al quinto posto, l’emoji che piange. Ma non per tutti queste faccine hanno lo stesso significato. Alcune possono essere fraintese rendendo la comunicazione pesante e poco chiara.
Per questo secondo un’esperta di comunicazione è meglio non usarle nelle chat di lavoro e quando parliamo con il capo o colleghi. Come spiega Amy Worley, chief connections officer della società di marketing e comunicazione VMLY&R, le emoji nel corso degli anni hanno modificato il loro significato. Quando ne mandiamo una, potremmo quindi essere fraintesi e creare incomprensioni che ci potrebbero costare il posto.
Ciò è dovuto alla generazione Z che sta cambiando il modo in cui usano le emoji e il loro significato. Per esempio a tutti noi sarà capitato di inviare la faccina che fa la linguaccia o l’occhiolino. Per i più giovani però queste emoji sono mandate per indicare l’interesse verso una persona e la richiesta di avere rapporti intimi. Mandarle quindi al proprio titolare potrebbe essere un errore fatale.
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