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Ameba mangia cervello nell’acqua potabile: c’è già un morto | Il tremendo allarme

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Sebastiano Spinelli

Si sta diffondendo una pericolosa ameba mangia cervello, e si trova nell’acqua che beviamo tutti i giorni. Di che si tratta?

Le amebe, organismi unicellulari molto pericolosi, possono essere dannosi anche per l’essere umano. Causano reazioni allergiche e sintomi che portano il nostro corpo a stare male, motivo per cui non devono essere sottovalutate. E ora si sta diffondendo un tipo di ameba piuttosto pericolosa e che non potrà essere fermata tanto facilmente.

Questa ameba si sta rivelando essere un problema: ha causato un morto – Lafuriaumana.it

Si chiama Naegleria fowleri, ed è un organismo unicellulare che si trova nelle acque dolci. Fiumi, laghi o sorgenti termali ne contengono in grande quantità. Questa ameba può entrare a contatto con il corpo umano tramite le cavità nasali, e quando succede causa una infiammazione del tessuto cerebrale che porta alla morte. I sintomi sono mal di testa, nausea, febbre e mal di gola. Con il passare del tempo, però, la situazione peggiora.

Ameba nelle acque dolci, quanto è pericolosa e dove si trova: ha già causato un morto

Possono insorgere convulsioni, allucinazioni e difficoltà respiratorie. Se la malattia si sviluppa e non viene diagnosticata in tempo, purtroppo, causa il decesso del paziente. Tuttavia esiste una terapia sperimentale salva vita che viene utilizzata poche volte. Prevede il coma farmacologico per l’individuo contagiato, l’ipotermia e la somministrazione di un cocktail di farmaci specifico.

Ameba mangia cervelli: come agisce e dove si trova – Lafuriaumana.it

Il caso di Naegleria fowleri è accaduto in Florida, negli USA. Un uomo aveva utilizzato l’acqua del rubinetto per un lavaggio nasale con un dispositivo neti lota, che si usa per lavare i seni paranasali. L’ameba si è infiltrata nel suo cervello tramite le cavità nasali, provocando un’infiammazione del tessuto cerebrale. È morto poco dopo a causa della malattia, che non poteva essere più curata in tempo. Aver lasciato che l’ameba si sviluppasse fino alla sua forma massima, per sfortuna, lo ha portato al decesso.

Però possiamo stare tranquilli. L’unico caso italiano risale al 2004, a Padova. Da quel momento non se n’è più sentito parlare, visto e considerato che è una ameba molto rara e che non si trova facilmente. Le autorità consigliano ugualmente di non usare l’acqua del rubinetto per il lavaggio nasale. L’acqua distillata, bollita o raffreddata è una soluzione migliore per il naso. Non bisogna correre alcun rischio in questo caso, specie con le amebe.

Sebastiano Spinelli

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