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Economia

Assegno di mantenimento: la riforma sconvolge tutto | Attenzione alla novità ed alle dure cifre

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Gian Lorenzo Lagna

Sostituita la necessità di avviare il pignoramento con la facoltà di richiedere il saldo al soggetto moroso: scopriamo i dettagli.

Lo scorso 30 Giugno è entrata in vigore la Riforma Cartabia che, avendo tra gli obiettivi principali la velocizzazione dei processi civili, ha modificato aspetti relativi a numerosi iter processuali e favorito la digitalizzazione dei processi. Tra le novità introdotte figurano anche importanti modifiche in tema di assegno di mantenimento. 

La Riforma Cartabia è entrata in vigore lo scorso 30 Giugno – LaFuriaUmana.it

In particolare, la Riforma ha parificato le tutele per tutti i soggetti che ne hanno diritto, introducendo la facoltà per la parte lesa di richiedere il saldo nei casi di ritardo nel pagamento oltre i trenta giorni senza dover avviare un’azione di pignoramento. Tutti i soggetti che hanno diritto a riceverlo, infatti, possono richiedere ed ottenere la detrazione dello spettante direttamente dallo stipendio della persona che è tenuta a versarlo.

Ciò vale tanto per il coniuge a carico dell’ex marito o dell’ex moglie così come per il genitore che mantiene la custodia dei figli. E la disposizione si applica tanto nei casi di separazione e divorzio quanto nei procedimenti che riguardano ex conviventi. Inoltre, con la Riforma viene meno anche la distinzione tra figli di genitori divorziati o mai sposati.

Come ottenere il pagamento diretto ed obblighi del datore di lavoro

In base al nuovo articolo 473 bis numero 37 del codice di procedura civile, nel caso di ritardi di versamento dell’assegno di mantenimento il soggetto creditore dovrà innanzitutto inviare una richiesta formale per iscritto di saldo del debito. La richiesta, o sollecito o diffida, coincide con una vera e propria messa in mora del soggetto debitore. Il quale avrà trenta giorni di tempo a partire dal termine indicato nella richiesta per procedere con il saldo.

Secondo la nuova norma, il datore di lavoro “è tenuto al pagamento dell’assegno dal mese successivo a quello in cui è stata effettuata la notificazione” – LaFuriaUmana.it

Al termine dei trenta giorni, se il debitore non avrà ancora versato l’assegno, il creditore potrà quindi richiedere il pagamento diretto dell’assegno di mantenimento. Lo potrà fare notificando al creditore ed al suo datore di lavoro il provvedimento disciplinare in cui è stato riconosciuto l’obbligo di mantenimento. La procedura può essere svolta in autonomia, ovvero senza l’assistenza di un legale rappresentante.

Cosa deve fare quindi il datore di lavoro? Ebbene, secondo la norma “il terzo è tenuto al pagamento dell’assegno dal mese successivo a quello in cui è stata effettuata la notificazione”. Ed inoltre: “Quando il terzo non adempia, il creditore ha azione esecutiva diretta nei suoi confronti per il pagamento delle somme dovute”. E la norma non prevede alcun limite percentuale. In altre parole, il creditore potrà richiedere il versamento dell’intera somma anche nel caso questa superi il quinto dello stipendio del debitore. 

Gian Lorenzo Lagna

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