Dichiarazione dei redditi: guai a non conservarle! Ecco quanti anni devi tenerle e cosa rischi

Per quanti anni va conservata tutta la documentazione inerente alla dichiarazione dei redditi 2023? Andiamo a scoprirlo.

Documenti accatastati nei cassetti o negli armadi. Fastidioso, ma indispensabile. D’altronde sappiamo che è necessario conservare fatture, ricevute e dichiarazioni per diverso tempo. Ma per quanto? C’è infatti un limite superato il quale tutti i documenti – dichiarazione dei redditi compresa – possono essere buttati.

Modello 730 2023
Dichiarazione dei redditi 2023-lafuriaumana.it

Intanto è bene ricordare che la maggior parte dei contribuenti ha già presentato la dichiarazione dei redditi modello 730, ma per chi la presenta con il modello Redditi c’è tempo fino al 30 novembre 2023.

Ecco una guida per capire come e fino a quando mantenere i documenti giustificativi della dichiarazione 2023, riferiti soprattutto alle eccezioni, ai termini temporali e alle diverse regole previste per imprese e persone fisiche.

Dichiarazione dei redditi 2023: tutto ciò che bisogna conservare

Per coloro che hanno presentato la dichiarazione con il 730/2023, è necessario conservare la documentazione supportante quanto inviato all’Agenzia delle Entrate per almeno 5 anni, fino al 31 dicembre 2028, e andrà esibita su richiesta da parte dell’Ufficio competente.

Tra i documenti che devono essere conservati fino al 31 dicembre 2028 per la dichiarazione dei redditi del 2023 ci sono le certificazioni delle ritenute d’acconto, quelle dei redditi, gli scontrini parlanti per i farmaci acquistati, le fatture per le spese mediche e altre ricevute, gli attestati di versamento d’imposta, la copia della polizza assicurazione sulla vita, il contratto di mutuo per l’acquisto dell’immobile, per la costruzione o la ristrutturazione dell’immobile.

Contratto di mutuo
Contratto di mutuo da conservare-lafuriaumana.it

La documentazione di supporto alla dichiarazione dei redditi va conservata in modo ordinato per 5 anni partendo dalla fine del periodo d’imposta in cui viene trasmessa la dichiarazione telematicamente. Questo è necessario per poterla presentare facilmente in caso di richiesta da parte dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate. In caso di dubbi sui termini di conservazione, si consiglia di rivolgersi a un commercialista.

Periodi di conservazione più lunghi: ecco quando

Esistono tuttavia delle eccezioni alla regola generale. Ad esempio, le spese di ristrutturazione della casa che danno diritto a una detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi devono essere conservate per cinque anni dal momento in cui si beneficia della detrazione Irpef del 50, 65, 75 o 110 per cento. Questo perché le spese di ristrutturazione edilizia comportano in genere un beneficio che viene ripartito in 10 anni.

Quindi, dal momento in cui la detrazione viene riportata nella dichiarazione dei redditi fino alla sua potenziale distruzione, devono trascorrere almeno 15 anni. Le stesse regole si applicano alle spese relative al risparmio energetico, che possono essere ammesse alla detrazione del 50 o 65%. I documenti a supporto della dichiarazione dei redditi devono essere conservati per un periodo di cinque anni sia per le persone fisiche che per le imprese.

Bisogna, però, puntualizzare che le imprese sono tenute a conservare i propri documenti contabili per un periodo di 10 anni al fine di adempiere agli obblighi civilistici e di preparare le dichiarazioni fiscali. Le attività commerciali richiedono la conservazione dei documenti contabili, da cui derivano i bilanci e le dichiarazioni fiscali, per un periodo superiore ai cinque anni previsti dall’IRS. Si tratta di un requisito di diritto civile.

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