Arrivano nuovi criteri per il riconoscimento dell’invalidità civile: ecco come funzionerà a partire dal 2024.
L’iter per il riconoscimento dell’invalidità – un percorso che purtroppo un numero crescente di cittadini e famiglie si trova a dover affrontare – cambierà a partire dal prossimo anno. Il dicastero della Disabilità, per bocca della ministra Alessandra Locatelli, ha annunciato modifiche molto importanti con l’entrata in vigore dell’Icf, la valutazione funzionale della persona. Vediamole da vicino.
Ormai da anni per il riconoscimento dell’invalidità civile ci si basa su percentuali definite da tabelle e sulla residua capacità lavorativa del soggetto interessato. Un invalido al 70%, per esempio, ha una capacità residua di lavorare al 30%. Ma dal 2024 la musica cambia: ci si baserà su un sistema misto, e si dirà addio alle tabelle percentuali e alle visite periodiche per chi soffre di malattie croniche o disabilità gravissime. Ecco tutti i dettagli.
Il nuovo percorso per il riconoscimento dell’invalidità civile
Dal 2024 grazie alla valutazione funzionale della persona (Icf) sarà possibile individuare quelli che sono gli aspetti qualitativi che valorizzano ogni disabile nella sua singolarità. Come accennato, non ci saranno più controlli e revisioni per chi è affetto da malattie cronico-degenerative e disabilità gravissime. L’obiettivo è rendere la vita dei diversamente abili meno ostacolata dalla burocrazia inutile.
Attualmente un invalido civile a cui sia stata riconosciuta una percentuale compresa tra il 74% e il 99% ha diritto a ricevere l’assegno di invalidità mensile, purché il suo reddito sia pari o inferiore a 5.391,88 euro annui. L’importo mensile dell’assegno, rivalutato in base agli indici Istat, per il 2023 è pari a 313,91 euro al mese per tredici mensilità. Nel caso venga riconosciuta un’invalidità del 100%, invece, si ha diritto a una pensione di invalidità o inabilità civile totale, sempre di 313,91 euro al mese, ma con la soglia di reddito innalzata a 17.920 euro annui. Non solo: la pensione di invalidità totale può essere integrata fino a raggiungere 709 euro mensili se il disabile e l’eventuale coniuge non superano determinate soglie di reddito personali e coniugali.
Per quanto riguarda la domanda di pensione di invalidità civile o di assegno mensile, va presentata per via telematica dal sito dell’Inps, in autonomia o avvalendosi del supporto di un patronato, allegando tutta la certificazione medica relativa alla patologia invalidante e l’eventuale svolgimento di attività lavorativa.