L’Inps ha ritenuto opportuno specificare, attraverso un post sui social, la sua posizione sulla riforma delle pensioni.
Governo e sindacati discutono da mesi della riforma delle pensioni. Ma cosa dice l’Inps? Nessuna comunicazione ufficiale in prima serata sulle reti pubbliche. Un semplice post su Twitter per comunicare la propria posizione riguardo le decisioni del Governo Meloni in merito alle pensioni. Così l’Inps ha reso noto il suo pensiero a tutti gli italiani.
In effetti, durante questi mesi in cui si sono susseguiti in maniera piuttosto fitta gli incontri tra Governo e sindacati, tutti ci siamo chiesti che fine avesse fatto l’Inps. Dopotutto le pensioni escono proprio dalle sue casse. In prossimità della legge di Bilancio 2024, quando i giochi sono ormai praticamente fatti, l’istituto di previdenza sociale ha ritenuto opportuno intervenire per dire la sua.
Le casse dell’Inps non se la passano troppo bene e questo incide in misura importante sulla possibilità di attuare o no determinate riforme. Sta certamente al Governo Meloni decidere cosa fare e in quali tempi. Ma non si può sicuramente ignorare la situazione in cui versa il sistema previdenziale.
L’Inps, nelle ultime ore, attraverso un post su Twitter ha ritenuto doveroso prendere, in un certo senso, le distanze dalla riforma delle pensioni. Non in senso negativo, sia chiaro. Semplicemente l’istituto nazionale di previdenza sociale ha voluto precisare che non è compito suo suggerire al legislatore cosa fare o cosa non fare. L’Inps può solo informare attraverso report e studi ma poi è il Governo che deve decidere le misure da finanziare e quelle da cancellare o rimandare.
Ed è in questo quadro che il Governo ha deciso di mettere nel cassetto, almeno per ora, Quota 41. Estendere a tutti questa misura come vorrebbe la Lega sarebbe insostenibile per il momento perché non ci sono abbastanza soldi per agevolare così tante uscite agevolate tutte assieme. L’unica possibilità per estendere a tutti Quota 41 sarebbe quella di ricalcolare tutti gli assegni con il sistema contributivo puro ma questo comporterebbe pesanti tagli sulle pensioni.
L’Esecutivo pare piuttosto intenzionato a puntare su Ape sociale e rafforzarla ampliando la platea dei beneficiari. Ape sociale è una misura poco impegnativa per l’Inps: prevede il pensionamento a 63 anni con un requisito contributivo che va dai 30 fino ai 36 anni, a seconda della categoria lavorativa. Tuttavia con questa misura l’assegno previdenziale non può mai superare i 1500 euro. E, oltretutto, Ape sociale non è soggetta a rivalutazione e non prevede né la tredicesima né la quattordicesima. Inoltre, sempre nell’ottica di dare un po’ di respiro alle casse dell’Inps, il Governo Meloni sta valutando agevolazioni per chi intende aprire un fondo pensione privato.
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