La vera novità del 2024 sarà la pensione part time sul modello svedese. Vediamo insieme come funzionerà questa misura.
Tra le tante proposte al vaglio del Governo, ha preso piede l’idea di introdurre la pensione part time come in Svezia e in Norvegia. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli e come funzioneranno esattamente le cose.
La prossima legge di Bilancio conterrà anche il dossier sulle pensioni. Le proposte sul tavolo del Governo sono ancora molte ma si stanno già delineando i contorni del quadro previdenziale. È ormai evidente che, almeno per il 2024, la legge Fornero continuerà a farci compagnia: non ci sono abbastanza risorse finanziarie per una riforma completa che consenta di cancellare la Fornero. Come non ci sono abbastanza risorse per estendere a tutti i lavoratori Quota 41. Sta prendendo piede, invece, l’ipotesi di introdurre una pensione part time sul modello della Svezia e della Norvegia.
Pensione part time a 64 anni
Come anticipato il Governo deve procedere a piccoli passi perché, al momento, le risorse da destinare alle pensioni sono appena 2 miliardi di euro. La più importante novità in arrivo potrebbe essere l’introduzione di una pensione part time.
In pensione a 64 anni ma continuando a lavorare part time. Questa, in sintesi, sarebbe la novità. In Svezia e in Norvegia funziona da anni: i lavoratori che lo desiderano, a partire dai 61 anni e fino ai 65, lavorano metà giornata e percepiscono metà stipendio e meta pensione. In Italia avverrebbe la stessa cosa ma a 64 anni, cioè 3 anni prima rispetto al requisito anagrafico per avere la pensione di vecchiaia ordinaria.
Un lavoratore potrebbe avere una riduzione dell’orario lavorativo fino al 50% senza penalizzazioni sui contributi. Le ore in meno verrebbero coperte dai nuovi assunti. Infatti la pensione part time verrebbe accompagnata da incentivi alle aziende per assumere giovani fino ai 35 anni. Accanto a questa ipotesi si fa sempre più strada l’idea di rafforzare Ape sociale ampliando la platea dei beneficiari. Questa misura, infatti, consente di andare in pensione a 63 anni con un requisito contributivo che oscilla da 30 anni a 36, ma solo alle seguenti categorie:
- invalidi almeno al 74%;
- disoccupati senza indennità da almeno 3 mesi;
- caregiver da almeno 6 mesi;
- addetti a mansioni usuranti da almeno 7 anni negli ultimi 10.
Quasi certa la riconferma di Quota 103 per tutto il 2024. Certa anche la riconferma di Opzione donna. Su questa misura – nata nel 2004 durante il secondo Governo di Silvio Berlusconi- nessuno avrebbe scommesso e, invece, il Governo Meloni ha deciso non solo di riconfermarla ma anche di riportarla alle origini. Dal 2024 il requisito anagrafico per accedere alla pensione con Opzione donna tornerà ad essere 58 anni e non più 60 anche per le lavoratrici senza figli. Tuttavia questa misura resterà accessibile solo a caregiver, lavoratrici con disabilità pari o superiore al 74%, dipendenti di aziende in crisi o disoccupate.