Un Bonus dal valore fino a 5 mila euro si rivolge alle donne con ISEE basso che decidono di portare a termine la gravidanza.
La Regione Lazio ha stanziato risorse per 1 milione di euro con lo scopo di aiutare donne in difficoltà economica che rimangono incinte. Un Bonus che ha fatto scatenare una grande polemica sia per l’importo erogato che per le limitazioni della misura. L’intento della Regione Lazio sembrerebbe quello di sostenere la vita e la nascita di bimbi quando le madri sono in difficoltà economica. L’idea dell’assessore al sociale Simona Baldassarre sposa la causa “pro vita, contro l’aborto.
La delibera ha escluso i consultori del Lazio dall’elenco delle strutture che possono sostenere le donne incinte nell’inoltro della domanda. Scelta parsa incomprensibile ad Eleonora Mattia del Pd. L’esclusione di 155 strutture sparse sul territorio è stata comunicata senza particolari giustificazioni da parte dell’assessore Baldassarre. Rientrano nella lista, invece, i centri per la famiglia comunicali ed enti del Terzo settore. Chi polemizza con il Bonus lo fa sostenendo un attacco al principio di laicità dello Stato e alla Legge 104 (interruzione volontaria di gravidanza). In effetti la misura è per la vita ed ha avuto il pieno appoggio della onlus “Pro Vita & Famiglia”.
Come funziona il nuovo Bonus dal valore fino a 5 mila euro
Sarebbero circa 267 le donne che riceverebbero una tantum un importo compreso tra 2.500 e 5 mila euro. Una cifra insufficiente per sostenere la scelta di portare avanti la gravidanza, secondo il Pd. Si tratta di una mancia che non aiuta come potrebbe fare, invece, un sostegno mensile fino al compimento di una certa età del bimbo.
L’intento è di evitare che il numero dei nuovi nati continui a diminuire. L’assessore Baldassarre ha sottolineato come nei dieci anni di giunta Zingaretti i neonati sono passati ad essere da 52 mila euro a 36 mila all’anno. La linea guida ora deve cambiare, sostenendo le donne in difficoltà economica che rimangono incinte invece che invitarle all’aborto. Servono, secondo Jacopo Coghe, portavoce dell’Associazione ultracattolica antiabortista, misure che incentivino le nascite e non l’aborto.
Il Bonus in questione è poco? Si spera che sia un primo passo verso sostegni non una tantum che possano aiutare le madri con continuità. Un primo passo verso una nazione più attenta alle esigenze delle famiglie, che aiuti le donne a crescere i figli e ad avere una carriera senza dover necessariamente scegliere l’una o l’altra strada. Un’utopia? Tante nazioni conciliano perfettamente la maternità e il lavoro, perché l’Italia non dovrebbe riuscirci?