Pensioni, arriva la terribile notizia: cambierà tutto (in peggio) nel 2024

Pessime notizie sul fronte delle pensioni: dal 2024 cambierà tutto ma in peggio. Vediamo insieme cosa succederà.

Non sempre i cambiamenti migliorano le condizioni di vita delle persone. Per quanto riguarda le novità il 2024 potrebbe essere un anno davvero poco fortunato per i pensionati. Analizziamo la situazione nei dettagli.

Pensioni nel 2024
Brutte notizie per i pensionati – Lafuriaumana.it

La questione è semplice e complicata al tempo stesso. Il concetto più semplice da comprendere è il seguente: non ci sono abbastanza risorse finanziarie per fare tutto ciò che il Governo Meloni aveva messo in agenda. La questione si fa complessa, però, in quanto si tratta di scegliere cosa fare e cosa non fare. Nell’ambito delle pensioni, in particolare, l’Esecutivo di Giorgia Meloni è chiamato a scegliere se aumentare le percentuali di rivalutazione delle pensioni o agevolare le uscite anticipate dal lavoro. La coperta è corta purtroppo.

Per il momento è già stata esclusa l’idea di estendere a tutte le categorie di lavoratori Quota 41, a meno di non ricalcolare tutti gli assegni con il sistema contributivo puro. Il che comporterebbe pesanti tagli sulle pensioni. Le ipotesi più probabili sembrano essere la riconferma di Quota 103 e l’ampliamento del bacino di beneficiari di Ape sociale. Nel frattempo il Governo ha già chiesto all’Inps quanto potrebbe risparmiare da un abbassamento delle rivalutazioni delle pensioni. La situazione non promette bene.

Pensioni: cosa succederà nel 2024

Il 2023 è stato un anno piuttosto fortunato per i pensionati. Soprattutto per chi percepisce una pensione minima. Ma anche gli altri hanno comunque beneficiato di una rivalutazione dell’8,1%. Il 2024 non sarà così.

Come cambieranno le pensioni
Pensioni più basse nel 2024 – Lafuriaumana.it

È già stato anticipato che, il prossimo anno, la rivalutazione non supererà la soglia del 5,7%. Ben al di sotto dell’andamento dell’inflazione che, secondo le stime, continuerà a viaggiare almeno intorno  al 7%. Dunque pensioni più basse e, soprattutto, potere d’acquisto sempre più basso. Del resto questo è un taglio sul taglio perché il Governo Meloni aveva già abbassato le percentuali di rivalutazione. Fino al 2022, la rivalutazione delle pensioni seguiva il seguente schema:

  • 100% del tasso di inflazione accertato sulla parte di pensione inferiore a 4 volte il trattamento minimo;
  •  90%  sulla parte di pensione tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
  • 75%  sulla parte che supera di 5 volte il trattamento minimo.

Il  Governo Meloni, invece, ha deciso di abbassare gli aumenti della rivalutazione, attuando il seguente schema:

  • 100% per gli assegni di importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo;
  • 85% per gli assegni tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
  • 53% per gli assegni tra le 5 e le 6 volte il trattamento minimo;
  •  47% per gli assegni tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo;
  •  37% per gli assegni tra le 8 e le 10 volte il trattamento minimo;
  • 32%  per gli assegni superiori alle 10 volte il trattamento minimo.

Anche la rivalutazione delle pensioni minime sarà una partita al ribasso molto probabilmente. Infatti quest’anno le pensioni pari o inferiori a 563,74 euro – il trattamento minimo previsto per il 2023 – sono state rivalutate dell’1,5% per chi ha meno di 75 anni e del 6,4% per chi ha 75 anni o più. Nel 2024 si prevede che la percentuale di rivalutazione sarà del 2,7% per tutti. Pertanto per chi ha più di 75 anni la perdita sarà notevole. Siamo insomma ancora ben lontani dalle pensioni minime a 1000 euro di cui parlava Silvio Berlusconi.

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