l lavoratori disabili possono rifiutare il trasferimento in una diversa sede lavorativa. Vale anche in caso di disabilità non grave?
Per la concessione delle agevolazioni legate alla Legge 104, si distingue tra “handicap” (art. 3, comma 1) e “handicap con connotazione di gravità” (art. 3, comma 3). Sul tema, è intervenuta la Corte di Cassazione, che ha chiarito che il rifiuto del trasferimento in altra sede e dello svolgimento del lavoro notturno spetta a tutti i lavoratori disabili, indipendentemente dalla gravità dell’handicap e del riconoscimento dello specifico comma della Legge 104.
Evidenziamo, tuttavia, che non si tratta di un diritto assoluto e incondizionato e che, dunque, non sempre il lavoratore dipendente o il caregiver di un malato grave possono rifiutare di trasferirsi. La Legge 104, infatti, specifica che il diritto di scelta del luogo di lavoro più vicino al proprio domicilio e il rifiuto del trasferimento non consensuale va esercitato “ove possibile“.
Questo indica che le esigenze del disabile o del caregiver vanno necessariamente adeguate alle necessità del datore di lavoro e dell’azienda. In nessun caso, infatti, possono essere causati dei danni all’organizzazione e alla produzione.
Sono, quindi, meritevoli di tutela gli interessi sia del beneficiario della Legge 104 (disabile o caregiver) sia del datore di lavoro. L’onere della prova spetta al datore, che ha l’obbligo di dimostrare la necessità del trasferimento del lavoratore e che, dunque, questa scelta sia l’unica possibile per motivi tecnici, economici e organizzativi dell’azienda. La normativa, infatti, tutela principalmente il disabile o il suo caregiver.
Rifiuto del trasferimento con Legge 104: in quali ipotesi è legittimo?
Il lavoratore che beneficia dei vantaggi stabiliti dalla Legge 104 può rifiutare il trasferimento in una diversa sede lavorativa nelle seguenti ipotesi:
- riceve l’avviso di trasferimento senza alcun tipo di preavviso da parte del datore di lavoro e, di conseguenza, senza il suo consenso;
- la nuova sede di lavoro dista troppo dal luogo in cui risiede il disabile bisogno di assistenza e, dunque, sarebbe impossibile, da parte del lavoratore, garantirgli le idonee cure che merita;
- la nuova sede di lavoro è eccessivamente distante dalla residenza del lavoratore disabile che, dunque, avrebbe dei disagi;
- la sede di lavoro non è adatta per i lavoratori disabili, perché non è in grado di soddisfare le loro esigenze.
In questi casi, se il datore di lavoro non prova che la richiesta di trasferimento è giustificata da esigenze legate alla produttività dell’azienda, il dipendente può legittimamente rifiutare di trasferirsi, facendo leva sulla Legge 104. Allo stesso modo, può evitare di svolgere il lavoro notturno.