Altro che Halloween, il terrore di intere generazioni era lui ed arrivava tutti i venerdì

Edoardo Corasaniti

Altro che Halloween: per gli adolescenti e i ragazzini cresciuti negli anni ’80 e ’90 ha rappresentato un vero e proprio cult, ancora oggi indimenticabile.

Chi è stato adolescente tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 sicuramente ricorderà questo curioso personaggio che debuttò in seconda serata su Italia 1 nell’estate del 1989. Il programma diretto da Pino Pellino andava in onda inizialmente di sabato. La seconda edizione, successivamente, passò al venerdì. Uno spettacolo televisivo dedicato interamente all’horror che precedeva e introduceva il film dell’orrore che seguiva immediatamente dopo.

Lo show di Zio Tibia
Altro che Halloween: è stato lui il terrore di intere generazioni – lafuriaumana.it

Cominciava alle 23.30 e ragazzini, adolescenti e amanti del genere non ne perdevano una puntata. Irresistibile con le sue battute cariche di black humor, come ad esempio la rassegna sul Sondaggio rigor mortis, incentrata sul tipo di morte preferita dai votanti, o ancora la famosa canzone Una rotonda di bare che parafrasava Una rotonda sul mare di Fred Bongusto.

A questo punto, avrete capito che stiamo parlando di Zio Tibia, il presentatore sui generis dello Zio Tibia Picture Show (o il Venerdì con Zio Tibia). Il programma venne poi interrotto nel 1991 per fare spazio a Notte Horror.

Chi era Zio Tibia e chi si celava dietro il suo personaggio

Zio Tibia era un personaggio davvero spassoso, un pupazzo con le sembianze di un vecchio dal volto in putrefazione che con battute irriverenti e macabre introduceva il film horror della seconda serata di Italia 1. Era ispirato al fumetto americano Tales from the crypt e ad Uncle Creepy, il narratore del fumetto Creepy, sempre statunitense. È diventata celebre la frase che lo introduceva “Cari zombetti miei!”.

Lo show di Zio Tibia
Chi è cresciuto tra gli anni ’80 e ’90 ricorderà sicuramente Zio Tibia (Instagram @horroritalia) – lafuriaumana.it

Zio Tibia scandiva la pubblicità del film con simpatici stacchetti quali il Festivalbara, Chi l’ha visto c’è rimasto e il sopracitato Sondaggio del rigor mortis in cui solo lo 0.3 % moriva di vecchiaia. Accanto a lui, nella cripta, c’erano Golem, una spaventosa creatura dalla risata inquietante e l’assistente Astragalo, un cadavere immobile che non faceva nulla (quest’ultimo presente solo nell’ultima edizione).

La maschera del celebre Zio Tibia, terrore di grandi e piccini, era indossata da Stefano Cananzi, mentre la voce era quella di Fabrizio Casadio (al tempo speaker ufficiale di Italia 1). Golem era invece manovrato da Natalino De Filippis e Astragalo era interpretato da Roberto Masnari. Tutta la scenografia era infine diretta e curata da Cristina Lai. Nonostante sia durato solo due stagioni, zio Tibia rimarrà sempre nei cuori (e negli incubi) di chi era ragazzino in quegli anni.

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