Colesterolo: quanto incidono prosciutto cotto e prosciutto crudo

C’è a chi piace cotto e a chi crudo, ma quale tra queste tipologie di prosciutto fa meno male al colesterolo?

È difficile capire quale dei due sia maggiormente apprezzato perché c’è chi lo predilige cotto e chi invece non può fare a meno del crudo. Ma quando c’è di mezzo la salute, non è al gusto personale che bisogna fare riferimento, bensì alle evidenze scientifiche.

Prosciutto crudo e cotto, qual è più indicato per il colesterolo
Prosciutto cotto e crudo: in che modo incido sul colesterolo? – lafuriaumana.it

Premesso che entrambe le tipologie di prosciutto, perché è di questo amato alimento che stiamo parlando, se consumate in quantità ridotte non creano alcun tipo di problematica, quale delle due potrebbe fare meno bene dell’altra al colesterolo? La risposta non è quella che si potrebbe immaginare.

Prosciutto cotto e crudo, quanto incidono sul colesterolo? I dettagli da considerare

Queste due tipologie di carne di maiale sono il frutto della lavorazione della coscia ed il processo produttivo è differente: nel caso del prosciutto crudo occorre un periodo di stagionatura non inferiore ad un anno dalla macellazione, nel corso del quale rimane in ambienti freschi e con temperatura costante. Invece, al contrario, il prosciutto cotto viene insaccato poco dopo la macellazione, pertanto non occorre molto tempo prima che possa essere messo in vendita.

Prosciutto, quale è più indicato per la salute
Le differenze tra prosciutto cotto e crudo (Ansa Foto) – lafuriaumana.it

Per comprendere quale tra i due sia consigliabile nell’ambito di una dieta equilibrata occorre pertanto valutarne le specifiche caratteristiche, a cominciare dalla modalità produttiva. Cercando di ragionare in modo oggettivo e non sulla base del sapore più o meno apprezzato. Per capire quale vada meno ad incidere sulla nostra salute occorre verificare altri dettagli.

Anzitutto la quantità di sale, superiore nel prosciutto crudo con una media di circa 4-6 grammi per 100 grammi. Mentre nel caso del prosciutto cotto la quantità di sale è di circa 2 grammi per 100 grammi in quanto prodotto sottoponendo i tagli di carne a processi di essiccazione e cottura che non prevedono l’impiego del sale nelle fasi che precedono la produzione finale.

Dal punto di vista della digeribilità e del contenuto di proteine è il crudo la tipologia migliore. Il prosciutto cotto, infatti, ha un contenuto maggiore di grassi. L’apporto calorico del crudo è inferiore rispetto al cotto con una media di circa 200 kcal contro 250 kcal. In genere, il crudo possiede 18 g di grassi (4 se si rimuove quello visibile) e 26 g di proteine mentre non ha carboidrati.

Il cotto ha 14,7 g di grassi e 19,8 g di proteine, oltre ad 1 g di carboidrati. Venendo al dilemma iniziale, non vi è una risposta univoca alla domanda in merito a quale dei due sia meno adatto per la nostra salute: certo è che nel caso di colesterolo alto sarebbe bene eliminare gli insaccati ad elevato tenore di grassi insaturi; nelle giuste quantità invece gli affettati magri come cotto e crudo possono essere consumati senza particolari problemi.

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