C’è a chi piace cotto e a chi crudo, ma quale tra queste tipologie di prosciutto fa meno male al colesterolo?
È difficile capire quale dei due sia maggiormente apprezzato perché c’è chi lo predilige cotto e chi invece non può fare a meno del crudo. Ma quando c’è di mezzo la salute, non è al gusto personale che bisogna fare riferimento, bensì alle evidenze scientifiche.
Premesso che entrambe le tipologie di prosciutto, perché è di questo amato alimento che stiamo parlando, se consumate in quantità ridotte non creano alcun tipo di problematica, quale delle due potrebbe fare meno bene dell’altra al colesterolo? La risposta non è quella che si potrebbe immaginare.
Prosciutto cotto e crudo, quanto incidono sul colesterolo? I dettagli da considerare
Queste due tipologie di carne di maiale sono il frutto della lavorazione della coscia ed il processo produttivo è differente: nel caso del prosciutto crudo occorre un periodo di stagionatura non inferiore ad un anno dalla macellazione, nel corso del quale rimane in ambienti freschi e con temperatura costante. Invece, al contrario, il prosciutto cotto viene insaccato poco dopo la macellazione, pertanto non occorre molto tempo prima che possa essere messo in vendita.
Per comprendere quale tra i due sia consigliabile nell’ambito di una dieta equilibrata occorre pertanto valutarne le specifiche caratteristiche, a cominciare dalla modalità produttiva. Cercando di ragionare in modo oggettivo e non sulla base del sapore più o meno apprezzato. Per capire quale vada meno ad incidere sulla nostra salute occorre verificare altri dettagli.
Anzitutto la quantità di sale, superiore nel prosciutto crudo con una media di circa 4-6 grammi per 100 grammi. Mentre nel caso del prosciutto cotto la quantità di sale è di circa 2 grammi per 100 grammi in quanto prodotto sottoponendo i tagli di carne a processi di essiccazione e cottura che non prevedono l’impiego del sale nelle fasi che precedono la produzione finale.
Dal punto di vista della digeribilità e del contenuto di proteine è il crudo la tipologia migliore. Il prosciutto cotto, infatti, ha un contenuto maggiore di grassi. L’apporto calorico del crudo è inferiore rispetto al cotto con una media di circa 200 kcal contro 250 kcal. In genere, il crudo possiede 18 g di grassi (4 se si rimuove quello visibile) e 26 g di proteine mentre non ha carboidrati.
Il cotto ha 14,7 g di grassi e 19,8 g di proteine, oltre ad 1 g di carboidrati. Venendo al dilemma iniziale, non vi è una risposta univoca alla domanda in merito a quale dei due sia meno adatto per la nostra salute: certo è che nel caso di colesterolo alto sarebbe bene eliminare gli insaccati ad elevato tenore di grassi insaturi; nelle giuste quantità invece gli affettati magri come cotto e crudo possono essere consumati senza particolari problemi.