Vuoi risparmiare tanti soldi? Devi rivedere completamente il modo in cui ti lavi

Dal Regno Unito arriva una (discutibile) ricetta per risparmiare un bel po’ di soldi. Ha a che vedere col modo di lavarsi.

Cerchiamo di capire in cosa consiste questa nuova trovata e perché vanno tanto di moda oggi notizie come queste.

Risparmiare rivedendo il modo di lavarsi
Risparmiare? C’è chi pensa di farlo rivedendo a fondo la maniera con cui si lava – lafuriaumana.it

Fa discutere la ricetta per il risparmio di una donna britannica. Lei si chiama Nikola Howard, ha 52 anni e per risparmiare si fa la doccia solo una volta alla settimana. E non è tutto: la donna, che vive a Bexleyheath, nel Regno Unito, ha spiegato di indossare i vestiti 4-5 volte prima di decidersi a lavarli e di utilizzare una scatola di detersivo per il bucato del 2021. Uno stile di vita che le ha permesso di risparmiare sulla bolletta dell’acqua, riducendola a 45 sterline (circa 50 euro) a semestre.

Questo malgrado avesse una perdita pari a 7,50 sterline al mese (circa 8 euro). Al Daily Mail la 52enne ha raccontato di aver cominciato a farsi di meno la doccia per via della sua dermatite, dei suoi problemi di forfora su tutto il corpo e di una pelle talmente sensibile da essere diventata molto squamosa. Ma col tempo, spiega, “Ho iniziato a notare anche i vantaggi finanziari”. Durandole fino a 3 mesi, anche le confezioni di shampoo, balsamo e sapone le hanno permesso di mettere da parte un bel po’ di soldi.

Come risparmiare usando poca acqua e mettendo sempre gli stessi vestiti

Vivo da sola quindi non uso molta acqua ha detto la donna. “Ho una lavatrice formato famiglia che uso due volte al mese”, ha aggiunto. In cucina invece utilizza la lavastoviglie perché afferma di non sopportare il lavaggio a mano dei piatti. Ma ne fa uso soltanto ogni due giorni.

Volete risparmiare? Basta lavarsi di meno, che ideona! – lafuriaumana.it

Alle abitudini domestiche “povere”, Nikola abbina anche il risparmio sull’abbigliamento. Aspetta infatti 18 mesi prima di acquistare dei nuovi vestiti. “Compro vestiti che durino. Possiedo ancora abiti che ho comprato anche nove anni fa”, fa sapere.

“Compro ciò di cui ho bisogno e non sono il tipo che spende soldi qua e là in vestiti” sottolinea la donna che è anche diventata un’esperta di calorie e carboidrati e dà consigli su nutrizione e dieta. Acquista all’ingrosso gli ingredienti per la preparazione dei pasti, evitando non solo il junk food (ovvero il cibo-spazzatura), ma anche pasta e riso.

Quando la stampa ci spiega che povero è bello

Che dire? Lo scrittore spagnolo Juan Manuel De Prada ha acutamente osservato che una delle tendenze più inquietanti della stampa negli ultimi tempi è quella di presentare come “tendenze” in voga o stili di vita virtuosi quelle che non sono altro che drammatiche espressioni – per non dire traumatiche – di povertà.

Manipolazioni della stampa
Staycation: quando la stampa ci spiega che non andare in vacanza è “cool” – lafuriaumana.it

Come ad esempio la cosiddetta staycation (in inglese suona meglio) che altro non sarebbe che rinunciare alle vacanze e rimanersene a casa, presentato come un modo per godersi un tempo di relax evitando lo stress degli aeroporti e delle spiagge affollate. Macché vacanze! Meglio starsene nel proprio appartamento a bersi una birra (magari scaduta) sul divano.

Per non parlare degli articoli di giornale arrivati a descrivere come una nuova forma di “dieta hipster” la ricerca degli avanzi di cibo nei bidoni della spazzatura. E che dire del co-living”, la pratica di chi è costretto a condividere la casa con estranei (perché magari il magro stipendio non gli basta per vivere da solo) presentato come uno stile di vita comunitario riscoperto dai “nomadi digitali”? Adesso è il turno della scarsa igiene come ricetta per il risparmio.

Un tempo la stampa avrebbe denunciato come effetti della piaga sociale della povertà la diffusione di queste pratiche. Oggi denunciare l’ingiustizia evidentemente non piace più ai giornalisti – si sa, è piuttosto scomodo farlo – che tendono ad esaltare le manifestazioni di povertà come “stili di vita” virtuosi, sobri e sostenibili. Come per convincerci che povero non solo è bello e romantico, ma è pure più conveniente e perfino trendy. Forse c’è qualcosa che non va, che dite?

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