La cherofobia è molto diffusa, eppure pochissimi conoscono il senso di questo termine, anche se ne sono affetti.
Viene indicata come la paura, irrazionale, di essere felici. Non è una banalità, poiché le persone che ne sono affette, tendono poi a sabotare inconsciamente la loro vita privata, lavorativa, familiare al fine di non arrivare a quelle emozioni e quella condizione che spaventa.
Da non confondere con negatività, ansia e stati di tensione per un possibile insuccesso. Sono condizioni diverse che portano a risvolti differenti. La cherofobia ha una valenza psicologica molto forte, spinge gli individui ad evitare del tutto quelle condizioni che possano portarli ad essere felici.
Cherofobia: che cos’è e come riconoscerla
È un’ansia anticipatoria perché si palesa prima che la condizione avvenga e spesso è motivata dalla situazione, secondo cui, la fortuna, il beneficio, la gioia di quel momento non siano dovuti, quasi come se chi le ricevesse pensasse di non meritarle. Quindi tutto ciò che provoca gioia, felicità, piacere viene evitato con strategie di autosabotamento. Coloro che soffrono di cherofobia spesso non lo sanno, non si rendono conto di quello che poi alla lunga fanno, pensano solo che le cose alla fine “vadano” in un certo modo.
Questa condizione è difficile da individuare perché ha sfaccettature diverse e anche molto complicate, si va dall’angoscia all’ansia vera e propria. Talvolta appare prima di un traguardo o una bella esperienza, la felicità di quel momento viene percepita come una minaccia, quindi in modo negativo. La persona associa la gioia, al dolore. È una condizione per questo molto complessa.
I sintomi comprendono l’ansia generalizzata, soprattutto quando ci si avvicina a qualcosa di bello e interessante. Ogni volta che sta per accadere, la persona va in agitazione. Spesso coloro che ne soffrono sono convinti che queste cose avranno come seguito una sorta di punizione cosmica, quindi le evitano. Ciò può derivare da esperienze del passato, magari all’infanzia. C’è un’associazione sbagliata tra felicità e dolore, tuttavia può anche dipendere da rabbia inespressa.
Per tale motivo risulta fondamentale, laddove si comprenda la presenza di un simile disturbo, farsi aiutare. Riconoscere il disturbo è il primo passo, questo rende chiaramente possibile farsi aiutare da uno psicoterapeuta che sia in grado di rintracciare la causa del terrore e quindi anche permettere alla persona di gestire le ansie nel concreto: capire come fare e come guarire attraverso un percorso mirato che possa consentire all’individuo di vivere al meglio ogni aspetto e ogni felicità della vita senza paura.