Ecco la lista delle frasi “velenose” da non dire mai. Potrebbero rovinare l’equilibrio del rapporto genitore-figlio.
Genitori alzate la mano: a chi non capita di rivolgersi ai propri figli con frasi sbagliate, che possono lasciare i nostri piccoli feriti ed arrabbiati? Infatti, tutti i bambini sono molto sensibili a ciò che diciamo, soprattutto se siamo i i loro genitori!
Ma molto spesso, presi dalla stanchezza e dalle mille cose da fare, può capitare di pronunciare parole dette senza pensare, all’apparenza innocue, ma in grado di rovinare il delicato equilibrio del rapporto genitore-figlio. Ma quali sono queste espressioni? Vediamole insieme.
Rapporto genitore- figlio: ecco una lista delle espressioni che potrebbero ferire il tuo piccolo
Per i bambini il genitore è il punto di riferimento, ci investono molto ed hanno molta fiducia; per questo motivo prendono alla lettera tutto ciò che dicono. Pertanto ci sono frasi “velenose”, che se sei un genitore non dovresti mai usare con tuo figlio. Eccone qualcuna.
- “Se fai così, non ti voglio più bene“. Una frase spesso detta nei momenti di rabbia, e non pensata davvero dal genitore, ma dall’impatto molto forte sull’interlocutore. Il bambino tenderà infatti a colpevolizzarsi, privarsi del suo punto di riferimento genitoriale ed interrogarsi sulla natura dell’affetto del padre o della madre: il messaggio che viene veicolato è, infatti, che il bene e l’affetto possono disfarsi con molta fragilità. Mentre per il bambino è bene imparare che il sentimento d’amore è qualcosa di stabile, che non può spezzarsi facilmente.
- “Faccio io, tu non sei capace“. Un atteggiamento spesso assunto per velocizzare il tempo oppure per evitare possibili sbagli del bambino ma che in realtà rischia di ledere inevitabilmente la sua autostima. Bisogna lasciare il bambino libero di sperimentare e di imparare nuove cose a suo modo e con i suoi tempi, provando ed eventualmente sbagliando. Sarà poi compito del genitore quello di offrirgli una spalla forte e una guida sicura.
- “Tuo fratello (o tua sorella) si comporta bene. Perché tu no”? Partiamo da un presupposto: ogni bambino è a sé, con un proprio carattere ed un proprio vissuto. Fare paragoni è assolutamente infruttuoso: non lo porterà certamente verso un miglioramento, anzi, al contrario, lo condurremo verso la protesta. Ed in più veicoleremo il messaggio che lo vorremo diverso da quello che è. Per cui, sarà sempre più deciso a non cambiare atteggiamento, e a provare risentimento nei vostri confronti. La cosa migliore sarebbe quella di rinforzare i comportamenti positivi e corretti, così da aumentare la motivazione del bambino a fare meglio.