Arrivano le “assistenti mamme”. Dal prossimo anno lo Stato affiancherà ai neogenitori una nuova figura professionale.
Un tempo la nascita di un figlio era accompagnata e sostenuta da tutta una rete di parenti: un tessuto connettivo fatto da nonne, zie, sorelle maggiori che davano una mano e tanti consigli pratici. Adesso però, soprattutto nelle grandi città, questa rete spesso si è sfibrata, talvolta spezzata.
Da qui l’idea da parte del governo: perché non dare vita a una figura professionale capace in qualche modo di colmare il vuoto che si è creato e che rischia di lasciare sole le neomamme, prive di una rete di supporto materiale e morale?
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che nel sostegno alla natalità ha uno dei punti fondanti del proprio programma, ha guardato verso Nord, all’esperienza di quei Paesi – come la Francia e gli Stati del Nord Europa – dove da tempo esistono figure professionali che aiutano le neomadri ad affrontare quei piccoli problemi che in una situazione così delicata possono portare anche a gravi problemi (a cominciare dalla depressione post partum).
Assistente materna, quando prenderà il via la nuova figura professionale
Via libera dunque a una nuova professione: l’assistente materna. Nascerà nel 2024 e consisterà nello spiegare alle neomamme, ad esempio, come fasciare il bimbo o come muoversi al momento di fare il bagnetto al neonato, come comportarsi quando continua a piangere o a singhiozzare. Per istituire tale figura la compagine governativa stanzierà fondi per 100-150 milioni di euro.
Tra i compiti dell’assistente materna ci sarà l’accompagnamento delle neomamme nei primi sei mesi di vita del piccolo. Con le madri, le assistenti materne avranno un rapporto personale e diretto. Non si limiteranno a rispondere al telefono o con una videocall: si recheranno direttamente a domicilio per dare il loro sostegno alle donne in queste prima, delicata fase della maternità.
L’assistente eviterà alle donne diventate madri da poco di rivolgersi con troppa frequenza al pediatra per problemi non strettamente medici, riuscendo anche a intercettare per tempo un loro possibile malessere post-parto. Non si tratterà dunque di una figura sanitaria (sarà una cosa diversa da un’ostetrica, un’infermiera o una puericultrice) e non servirà la laurea per fare l’assistente materna. Basterà un corso di formazione di 6-9 mesi.
La proposta dovrebbe trovare un primo spazio già nella Nadef, per realizzarsi poi con la manovra di Bilancio o nel collegato. In parte le modalità operative per l’introduzione di questa figura inedita alle nostre latitudini saranno concordate con le Regioni. Allo stato attuale l’idea sarebbe quella di un servizio on demand da parte delle mamme, che dovrebbero avere a disposizione una ventina di ore per i primi 3 mesi di gravidanza (da estendere fino a 6). La prospettiva è quella di avere 3 assistenti materne per 20 mila abitanti.