Conto corrente, attento a quanti soldi versi: se superi questa soglia scattano i controlli del fisco

Il Decreto antiriciclaggio è stato modificato, ora versare dei soldi contanti sul proprio conto corrente è molto rischioso.
Fisco e controlli sui conti
Fisco e controlli sui conti – Lafuriaumana.it
La circolazione del contante è stato limitato già tempo fa con il D. lgs. n. 231/2007 (Decreto antiriciclaggio), e in particolare con l’art. 49, modificato negli anni. Nella recente Legge di Bilancio 2023 è stata fatta un’ulteriore modifica. In particolare, dall’art.1, comma 384 di tale legge, la n. 197/2022, che ha vietato, con decorrenza dal 1 gennaio 2023, gli scambi di denaro contante che siano pari o superiori ad euro 5.000.

Quanto contante è possibile trasferire

Il limite per versare denaro contante sul proprio conto corrente è di euro 4.999. Gli importi di valore pari o superiore ad euro 5.000 dovranno essere corrisposti con strumenti tracciabili (bonifici, assegni, carte di credito o di debito, etc.). Questo vale per qualsiasi rapporto giuridico e non solo tra privati, ma anche nel caso della Pubblica Amministrazione.
Se si superano i limiti si rischia una sanzione salata, ecco a quanto ammonta:

  • da euro 1.000 ad euro 50.000, per importi fino a 250.000 euro;
  • da euro 5.000 ad euro 250.000, per importi superiori a 250.000 euro;

Il versamento sul proprio conto corrente

conto corrente in banca
conto corrente in banca – lafuriaumana.it

La legge attualmente non prevede limiti in questo senso, perciò siete liberi di depositare sul vostro conto la somma che preferite. Bisognerà comunque prestare attenzione, infatti è importante sapere che, pur non esistendo dei veri e propri divieti, quando un soggetto effettua operazioni di prelievo o versamento esiste un controllo. La banca è obbligata a inviare una comunicazione all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) per importi superiori ad euro 10.000, nell’arco di un mese. Questa allerta è inviata anche nel caso di importi frazionati nell’arco dello stesso mese. 

Quando si tratta di importi considerevoli, potreste far scattare un campanello d’allarme anche nell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe procedere con un accertamento nei vostri confronti, per capire da dove proviene il denaro. In base al TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi),  tutti i versamenti in banca o gli accrediti derivanti da bonifico siano dei ricavi, che quindi dovranno essere riportati nella dichiarazione dei redditi e tassati.

Quando interviene l’Agenzia delle Entrate

 

controlli agenzia delle entrate
controlli agenzia delle entrate – lafuriaumana.it

La prima azione sarà quella di verificare la vostra dichiarazione dei redditi, per capire se tale somma è stata dichiarata e tassata. Se l’esito sarà negativo vi verrà inviata una notifica chiedendovi di fornire una giustificazione a tale versamento. Spetterà a voi dimostrare che si tratti di denaro già tassato alla fonte (ad esempio, una vincita) o che si tratti di denaro proveniente da fonte esente (ad esempio, donazioni, risarcimenti danni etc.).

Difficilmente potrete incorrere in problemi si effettuano versamenti di denaro di importi modesti ma, se proprio dovete versare somme ingenti, è importante che si tratti di ricavi dichiarati o di somme che, in ogni caso, potete giustificare.

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