Formaggi, non li mangiare mai a cena: gli effetti collaterali che nessuno conosce
Published by
Daniela Paolucci
11 mesi ago
Evita di consumare formaggi durante la cena poiché potrebbero manifestarsi effetti collaterali poco conosciuti e indesiderati.
L’ordine delle portate è importante per una cena di successo, e l’inclusione dei formaggi rappresenta una sfida: quando offrirli? Come abbinarli per esaltarli al meglio? Meglio all’inizio o alla fine della cena? E cosa consigliano gli esperti in nutrizione?
Formaggi a cena
Se si vuole organizzare una cena rispettando il Galateo, è essenziale sapere il momento preciso per presentare i formaggi nel menù. Secondo il Galateo tradizionale, l’ordine delle portate è il seguente: antipasti (caldi seguiti dai freddi), primo, secondo, contorno, formaggi, dessert e infine frutta. Quindi, è consigliabile optare per antipasti leggeri, limitare l’uso di sughi nei primi piatti e scegliere un secondo leggero dopo i formaggi. In questo modo, i tuoi ospiti potranno apprezzarne appieno i sapori e le consistenze senza sentirsi appesantiti.
Sebbene il Galateo suggerisca di servire i formaggi verso la fine del pasto, c’è una crescente tendenza a introdurli in altri momenti. Ristoranti e locali ne offrono selezioni come antipasto o in abbinamento ad altri stuzzichini, serviti prima delle portate principali. Questa pratica potrebbe derivare dalla volontà di gustarli appieno senza interferenze di altri sapori.
Presentare troppi tipi di formaggi diversi come antipasto potrebbe risultare eccessivamente complesso. Gli aperitivi, di solito composti da piccoli assaggi salati, preparano il palato all’intero menù. I formaggi, ricchi di grassi e proteine, potrebbero appesantire lo stomaco prima ancora dell’inizio della cena.
Perché a cena potrebbero non essere una scelta ideale
I formaggi, ricchi di grassi e proteine, potrebbero richiedere una digestione più prolungata. Consumarli alla fine di un pasto potrebbe rallentare ulteriormente questo processo, causando sensazioni di pesantezza o disagio digestivo. Secondo la biologa nutrizionista Federica Portuese, per la loro ricchezza in grassi e proteine, sono equiparabili a un secondo piatto come carne, pesce o uova. Portuese suggerisce di trattarli come una portata separata, evitando l’abbinamento con altre proteine e optando per selezioni leggere di massimo tre formaggi diversi.
Inoltre, alcune persone potrebbero sperimentare difficoltà nel dormire se consumano cibi pesanti come i formaggi prima di coricarsi. Questo potrebbe essere dovuto alla digestione più lenta, che potrebbe interferire con la qualità del sonno. Infine, a causa della loro densità calorica, consumarli durante la cena senza un adeguato bilanciamento calorico potrebbe contribuire a un eccesso di calorie e, di conseguenza, al possibile aumento di peso nel tempo.
Che si tratti di mozzarella o gorgonzola, pecorino (sardo, romano o toscano…) o formaggio di capra, caciocavallo o fontina, emerge un dettaglio poco noto a molti: il formaggio potrebbe causare incubi.
Alcune credenze popolari e leggende metropolitane molto diffuse collegano il consumo serale di formaggi a un effetto negativo sul sonno. Si dice che i latticini golosi provochino incubi notturni se consumati a cena. Per testare gli effetti su sogni e qualità del sonno, è stato avviato un esperimento in Gran Bretagna, in cui diverse persone hanno consumato vari tipi di formaggi forniti per l’occasione. Anche se molte persone, sull’argomento, hanno parlato più di sogni vividi simili a vere e proprie allucinazioni che di incubi. Gli effetti legati al consumo serale sono diversi: dall’aumento della densità del sonno REM all’induzione della produzione di ormoni che aiutano a regolare l’orologio biologico. Non sembrano essere caratteristiche negative.