I datori di lavoro ogni giorno ne sentono davvero tante, per questo motivo è stata stilata una classifica delle scuse più assurde usate per non andare al lavoro.
Esistono davvero diversi motivi per cui effettivamente si ha bisogno di saltare uno o più giorni lavoro. D’altronde malattie, imprevisti e qualche questione familiare possono tenerci occupati. Qualche volta però capita che a qualcuno non piaccia molto lavorare tutti i giorni ed ecco che si escogitano dei piani per evitare di andare a lavoro.
Molti dipendenti hanno trovato le scuse più assurde per evitare di presentarsi a lavoro, la cosa sconcertante è che a volte funzionano. Alcuni di questi sono piuttosto creativi e molti davvero esilaranti. Ecco la classifica più fantasiosa, abbiamo anche un vincitore.
Classifica delle scuse più assurde date al datore di lavoro
Pronti a leggere tutto ciò che i geni del male si sono inventati? Ecco di seguito tutte le scuse più gettonate:
- “Non ho vestiti puliti” – Chissà, probabilmente la mamma non ha avuto tempo per il bucato.
- “Fa troppo freddo” – Forse questa potrebbe funzionare, anche se al giorno d’oggi hanno inventato anche le collant termiche.
- “Sono salito per sbaglio su un aereo” – Non si capisce se è genialità oppure no, insomma cos’altro potrebbe accadere per sbaglio? Lo sbarco di alieni in giardino?
- “Mia madre è stata aggredita da una gallina” – Come si soul dire un classico incidente domestico.
- “Mi sono svegliato in questo posto e non so dove sono” – Ci sta, d’altronde capita se il coinquilino è David Copperfield.
- “Pensavo fosse sabato oggi” – Questo accade a tutti dopo una maratona di Ritorno al Futuro.
- “La mia ragazza ha buttato tutta la mia roba nel cassonetto” – Auguri figliolo, non vorremmo essere nei tuoi panni.
- “Mi sono ficcato la spazzola in un occhio mentre mi pettinavo” – Certo, ovvio, a chi non capita?
- “Mi sono fatto male al mignolo” – Queste condizioni critiche non permettono di lavorare, forza campione, sei tutti noi.
- “C’è una taglia sulla mia testa” – Sicuramente ci sarà alla terza lettera di richiamo.
- “Ho le dita incastrate in una palla da bowling” – Abolire subito quest’hobby, è uno sport decisamente estremo.
- “Il mio sensitivo mi ha detto di non andare a lavorare” – Il modo giusto per spendere i soldi, soprattutto quando ci si troverà in disoccupazione.
- “C’è uno sconosciuto che dorme sul mio divano” – Questo è davvero brutto, giustamente meglio stare a casa con non si sa chi, almeno si è più al sicuro.
- “Ho dormito in una brutta posizione e ora non riesco a muovere le braccia” – Detta anche la paralisi del sonno, è molto frequente, la cosa positiva è che questa sindrome ti permette lo stesso di utilizzare lo smartphone.
- “Ho finito il cibo per cani” – Dovrebbero inventarsi un telefono azzurro per i poveri pet che hanno padroni che non si ricordano di compragli da mangiare.
- “È un segreto. Se te lo dico, sarai in pericolo” – Nemmeno Adam Sandler in “50 volte il primo bacio” avrebbe saputo dirla meglio.
Ma il genio del male, che merita assolutamente la pole position è colui o colei che ha detto al datore di lavoro – “Mi sono svegliato di buon umore e non volevo rovinarlo” – Non so come ho fatto in tutti i mei anni di vita a non aver mai pensato a una scusa del genere. Un mito!