Centinaia di giovani diciottenni, beneficiari del Bonus Cultura, hanno subito il furto dei 500 euro messi a disposizione dal governo da parte di truffatori che hanno compromesso le loro identità digitali. La truffa, semplice ma astuta, è stata facilitata da alcune lacune nel sistema.
Bonus Cultura: la truffa dei 500 euro
Le segnalazioni di questa truffa hanno superato quota 600 e continuano ad aumentare settimana dopo settimana. Tutte le vittime sono giovani diciottenni di sesso maschile, con indagini attualmente in corso presso le procure di Napoli, Trieste e Firenze, con un terzo delle vittime residenti nella provincia di Siena.
Senza alcun attacco hacker o messaggi di phishing, i truffatori hanno ottenuto i codici fiscali delle vittime e si sono rivolti a uno degli 12 enti autorizzati per il rilascio dello SPID. Richiedendo un secondo SPID, i truffatori hanno successivamente ottenuto i 500 euro del Bonus Cultura. La facilità con cui è possibile ottenere un codice fiscale a partire da informazioni anagrafiche di base è preoccupante. Inoltre, il fatto che molte vittime provengano da una specifica area geografica potrebbe indicare che alcuni truffatori abbiano avuto accesso a un elenco di giovani con interessi comuni.
Assenza di controlli
Secondo l’avvocato Duccio Panti di Confconsumatori, gli enti certificatori non hanno effettuato controlli sull’identità dei richiedenti dello SPID, ignorando la necessità di presentare documenti validi e dimostrare la propria identità. Confconsumatori chiede che il Bonus venga comunque erogato alle vittime della truffa e ha inviato una lettera alle autorità competenti. L’avvocato Panti assiste attualmente diversi giovani senesi truffati.
Oltre all’ottenimento della carta Cultura, i truffatori dovevano effettivamente spendere i soldi rubati. Ma nessun esercente sembra aver verificato i documenti di chi cercava di compiere acquisti fraudolenti. Molte librerie che avrebbero dovuto accettare il Bonus Cultura sembrano non esistere, con indirizzi che corrispondono a residenze inesistenti. Un caso emerso in precedenza riguardava una libreria campana che aveva utilizzato illegalmente 6.000 euro del Bonus Cultura. Oltre ai negozianti collusi, alcuni potrebbero aver trascurato di verificare l’identità.
La truffa del Bonus Cultura ha evidenziato vulnerabilità nella gestione dell’identità digitale, con potenziali ripercussioni su cittadini e servizi cruciali. Il Garante della privacy ha avviato indagini in merito. Nel frattempo, il vecchio Bonus Cultura è stato eliminato, sostituito dalla Carta Cultura Giovani e dalla Carta del Merito a partire dal 2024.