Se hai dei buoni fruttiferi in scadenza devi sbrigarti e provvedere immediatamente. Vediamo cosa bisogna fare.
Tra le opzioni di risparmio più vantaggiose attualmente disponibili per i cittadini, i Buoni fruttiferi postali di Poste Italiane si collocano al vertice della lista. Dopo un periodo di relativa inattività, i Buoni fruttiferi postali sono tornati ad essere competitivi grazie agli incrementi costanti dei tassi di interesse, che hanno portato alcune soluzioni a raggiungere addirittura il 6%. Molti però potrebbero trovarsi con dei buoni in scadenza. Ecco allora cosa bisogna fare in queste situazioni.
Buoni fruttiferi in scadenza, cosa fare?
La mossa strategica di un aumento degli interessi, adottata da Poste Italiane in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, mira ad attirare sempre più clienti rendendo i buoni una scelta gestionale del risparmio estremamente competitiva.
Accantonare qualche risparmio è stata una sfida considerevole, e negli ultimi anni solo un italiano su quattro (il 37%) è riuscito a mettere da parte l’8% delle entrate mensili, mentre solo il 35% è riuscito ad investire.
Tra le alternative più popolari ci sono stati i Titoli di Stato e i libretti remunerati, ma i piccoli risparmiatori hanno dimostrato un interesse notevole anche nei confronti dei buoni fruttiferi postali, grazie alla loro gestione semplice e all’assenza di costi di apertura e chiusura.
Con un tasso agevolato sugli interessi del 12,50%, i buoni fruttiferi postali non hanno costi di gestione, commissioni di rimborso o collocamento. Alla scadenza, offrono la possibilità di ottenere sia il rimborso del capitale investito che degli interessi maturati.
Ma quando si avvicina la data di scadenza, come bisogna procedere?
Cosa fare e come procedere
I buoni fruttiferi di Poste Italiane sono sempre più competitivi e apprezzati dalle famiglie italiane, con oltre 46 milioni di esemplari circolanti nel Paese. Dal 1924, anno della loro prima emissione, questi strumenti di risparmio sono sempre stati considerati sicuri, affidabili e trasparenti, soprattutto in confronto ai Btp, i buoni del Tesoro Poliennali.
Questi buoni non comportano costi di gestione, né commissioni di rimborso o collocamento, e offrono un tasso agevolato sugli interessi del 12,50%.
Alla scadenza, consentono il rimborso del capitale investito e degli interessi maturati. La scadenza rappresenta il momento in cui il buono cessa di generare interessi, diventando infruttifero. Da questo momento in poi, il risparmiatore può richiedere il rimborso.
Se si tratta di buoni fruttiferi Postali dematerializzati, il rimborso avviene automaticamente alla scadenza, accreditando il titolare sul Libretto di Risparmio Postale o sul conto corrente BancoPosta di regolamento. I buoni devono avere la stessa intestazione del conto di regolamento.
Per i titoli cartacei, è necessario controllare la scadenza del buono, di solito indicata sul retro. Se si possiede un vecchio buono, è importante verificare immediatamente la data di scadenza per evitare sorprese.
In caso di buoni prescritti, è possibile ottenere il rimborso inviando un reclamo a Poste Italiane e, successivamente, dopo 60 giorni, rivolgersi all’ABF, l’Arbitro Bancario Finanziario della Banca d’Italia, che gestirà la controversia e risolverà spesso a favore dei consumatori.