La moda va verso gli anni 90 e l’uso di droghe torna agli anni 80, sestuplicandone addirittura i sequestri negli ultimi quattro anni. Vediamo cosa è emerso dall’inchiesta.
Torna dopo la bellezza di quarant’anni il crack. Si tratta di una droga ricavata tramite processi chimici dalla cocaina è tornata a infestare le strade di tutta Italia con una novità. Non è più una sostanza diffusa solo tra poveri ed emarginati, ora è utilizzata anche da persone provenienti da famiglie abbienti e di tutte le età. La Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) del dipartimento della Pubblica Sicurezza ha fornito dei dati piuttosto allarmanti. Il numero di dosi sequestrate dalle forze dell’ordine è sestuplicato dal 2019 a oggi.
Droghe di bassa qualità
“L’aumento dei sequestri c’è stato anche non solo come dosi ma anche come chili che sono, praticamente, più che raddoppiati in questi anni”, così ha dichiarato il tenente colonnello dei carabinieri Salvatore Leotta ai microfoni del Corriere: “Certo, non stiamo parlando di tonnellate perché si è passati da 6,9 chili del 2019 agli oltre 15 di quest’anno ma all’impennata di sequestri corrisponde una maggiore richiesta e consumo specialmente nelle aree urbane più povere”.
Gli inquirenti hanno affermato che è possibile trovare una dose di crack intorno ai 20 euro, ma il prezzo può scendere a seconda delle piazze. Considerando la bassa qualità del prodotto, per le mafie questo è un vero affare. Questo tipo di droga viene infatti ricavato da cocaina di bassa qualità. Questa viene riscaldata mischiandola con acqua e ammoniaca o bicarbonato di sodio e, in un secondo momento, filtrata per ottenere cristalli solidi. Il risultato un effetto più potente ma meno duraturo.
“Infatti il 100 per cento di quelli che entrano da noi sono poliassuntori, lo fumano e hanno problemi con la cocaina e l’alcol”, lo dichiara l’esperto infettivologo Antonio Boschini. Il responsabile terapeutico di San Patrignano ha evidenziato che crea una dipendenza compulsiva talmente tanto da fare fuori una dose dopo l’altra fino a quando si ha la possibilità:“Bevono perché l’unione delle molecole porta alla formazione del cocaetilene, un metabolita tossico della cocaina che aumenta la durata dello ‘sballo’ e smorza gli effetti ansiogeni che si hanno quando c’è la fase della discesa in cui hanno emozioni negative molto forti, contrastanti e profonde che può sfociare nella paranoia e nei sensi di colpa con nervosismo e fragilità. Ecco perché cercano immediatamente altre dosi“.
Le conseguenze disastrose
Le conseguenze sono visibili addirittura a occhio nudo, tanto che il crack sta prendendo piede anche tra i minorenni. Secondo Boschini, chi fa uso di questa droga spesso ha iniziato con cocaina e cannabis e il più delle volte si tratta di individui dall’attitudine “solitaria”:“Questa sostanza induce a una dipendenza severa. Iniziano a emarginarsi, spendono tutti i soldi perché vogliono fumare in continuazione e finiscono a sporcarsi le mani con la criminalità proprio per avere i soldi per acquistarla. Arrivano addirittura a diventare assuntori anche di eroina per ‘fermare’ il desiderio di fumarsi una dose di crack”. Chiaramente alla lunga aumentano le morti per overdose. Secondo i dati ufficiali, nel 2022 i decessi legati a overdose da cocaina o crack hanno superato il 22 per cento del totale.