Stai particolarmente attento a dove smaltisci questi rifiuti elettronici, poiché potresti trovarti a dover affrontare una sanzione fino a 3.000 euro.
Quando si affronta il tema dei RAEE, ossia i rifiuti elettronici, la corretta modalità di smaltimento risulta spesso poco nota, portando i cittadini a gestire la situazione in maniera improvvisata, con possibili impatti negativi sull’ambiente e sul proprio bilancio, considerando le pesanti sanzioni a cui si possono andare incontro. Ma molti dimostrano imbarazzo nel fronteggiare adeguatamente la gestione di tali rifiuti.
La confusione inizia già con azioni apparentemente banali, come l’uso di sacchetti non compostabili per i rifiuti organici, un errore frequente ma inconcepibile che compromette la raccolta differenziata. Tale confusione diventa ancor più seria quando si tratta dei RAEE, a causa del potenziale impatto inquinante di tali dispositivi.
Rifiuti elettronici: cosa si intende
Prima di affrontare il corretto smaltimento, è cruciale comprendere cosa si intende per rifiuti RAEE. L’acronimo inglese sta per “Waste of electric and electronic equipment,” in italiano “rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche,” ovvero rifiuti elettronici. Questi comprendono qualsiasi apparecchiatura elettrica o elettronica che il possessore intende eliminare a causa di guasti, inutilizzo o obsolescenza, e che quindi è destinata all’abbandono. La presenza di sostanze tossiche all’interno di tali oggetti è spesso sottovalutata, rappresentando un problema che va oltre la semplice non biodegradabilità.
La problematica si amplifica sempre di più a causa della diffusione massiccia di apparecchi elettronici negli ultimi decenni, come ad esempio il proliferare di smartphone dal ciclo di vita relativamente breve, contribuendo a una crescente montagna di rifiuti elettronici che è sempre più difficile gestire, prevenendo un disastro ambientale già in atto.
Per gestire correttamente tali prodotti, è essenziale indirizzarli verso il recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, evitando sprechi di risorse che potrebbero essere riutilizzate per la produzione di nuove apparecchiature.
Il Centro di Coordinamento RAEE (CDCRAEE) in Italia si occupa di ottimizzare il ritiro e la gestione dei rifiuti elettronici, con l’obiettivo di aumentare la raccolta su tutto il territorio nazionale, rispettando gli obiettivi dell’Unione Europea per la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana. I RAEE sono suddivisi in due categorie principali: RAEE domestici e RAEE professionali, provenienti da attività commerciali, industriali e istituzionali.
La normativa identifica cinque categorie di RAEE, ognuna contrassegnata dalla lettera R seguita da un numero, a seconda delle tecnologie necessarie per il loro trattamento. Queste categorie includono rifiuti elettronici da freddo e clima, grandi elettrodomestici, televisori e schermi, piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo, e sorgenti luminose.
Come smaltirli correttamente
Per smaltire correttamente i RAEE, è essenziale evitare di gettarli insieme ai normali rifiuti. Le opzioni di smaltimento includono la consegna presso l’isola ecologica più vicina o il ricorso al servizio di ritiro a domicilio offerto dai comuni. Inoltre, i negozi di elettronica sono tenuti a ritirare l’apparecchiatura vecchia al momento dell’acquisto di un nuovo dispositivo equivalente.
Chi non rispetta le regole di smaltimento dei RAEE è soggetto a multe significative, con sanzioni che vanno da un minimo di 300 a un massimo di 3.000 euro per il semplice abbandono di rifiuti, e che possono raddoppiare nel caso di rifiuti pericolosi come i RAEE. La legge proibisce l’abbandono e il deposito incontrollato di qualsiasi tipo di rifiuto, con l’obbligo di rimuovere quanto abbandonato. La severità delle pene è aumentata a partire dal 2010, eliminando la distinzione tra abbandono lieve e rilevante.