Il telefono ci ascolta, tutta la verità spiegata dagli esperti

Molto spesso ci sembra che il nostro smartphone ha un’udito e che registri quello che diciamo. Quanto è vero questo luogo comune?

Google conosce i gusti
Google conosce i gusti – lafuriaumana.it

 

Il mondo virtuale sta diventando sempre più all’avanguardia e intelligente. Molti sono spaventati dai suoi effetti tanto da pensare che lo smartphone ascolti le nostre conversazioni. D’altronde credo sia capitato a tutti di parlare di un certo argomento e di trovarselo poi nei suggeriti su Google. Quindi è un caso oppure no? Scopriamolo insieme.

Un informazione scomoda uscita allo scoperto

dispositivi che ascoltano

dispositivi che ascoltano
dispositivi che ascoltano – lafuriaumana.it

 

L’azienda CMG Local Solutions sostiene di aver sviluppato un servizio che permetterebbe di ascoltare di nascosto le nostre conversazioni da smartphone. Così da consigliarci pubblicità di prodotti e servizi annessi. Google, Amazon ed Apple hanno assolutamente smentito che questi servizio sia attivo sui loro dispositivi.

La verità è che effettivamente non esistono conferme ufficiali che certifichino che gli smartphone e altri dispositivi “smart” possano ascoltare di nascosto le nostre conversazioni.

Lo scorso 14 dicembre scorso, però, la testata 404 Media ha pubblicato un articolo inerente un servizio che veniva offerto sul sito di Cox Media Group (CMG). Qui veniva proposto l’utilizzo dell’active listening (ascolto attivo), cioè la possibilità di ascoltare  le conversazione degli utenti mediante i microfoni che sono all’interno di diversi dispositivi. Ancora una volta Google, Amazon e Apple hanno smentito in modo categorico di permettere che un simile servizio venga attivato sui loro dispositivi.

Ma allora il telefonino ci ascolta sì oppure no?

i telefoni ascoltano
i telefoni ascoltano – lafuriaumana.it

 

La CMG Local Solutions, parte del gruppo statunitense CMG, che nella pubblicità web sottolineava anche la possibilità di scegliere l’area territoriale. Così da selezionare un target nazionale, regionale o un’area specifica in un raggio tra le 10 e le 20 miglia (16-32 km). Questa pubblicità è stata poi cancellata, quindi non ci sono tracce di quanto detto se non chi l’ha salvata nel cloud.

Pensate che il servizio sarebbe stato in grado di utilizzare degli algoritmi di machine learning per analizzare le conversazioni vocali degli utenti e comprendere le loro necessità. Un’azienda interessata al servizio di CMG sarebbe stata in grado di accedere a questi dati e di inviare annunci pubblicitari personalizzati. Sul sito web di CMG, infatti, si leggeva:

“Cosa significherebbe per la tua azienda se potessi rivolgerti a potenziali clienti che discutono attivamente della loro necessità dei tuoi servizi nelle loro conversazioni quotidiane? No, non è un episodio di Black Mirror: è Voice Data e CMG ha le capacità di utilizzarlo a vantaggio del tuo business.”

 

In tutta risposta Google ha subito dichiarato che: “Da anni, Android impedisce alle applicazioni di raccogliere audio quando non sono attivamente utilizzate.” Anche Amazon, produttrice della linea di assistenti smart Echo che integrano l’assistente vocale Alexa, ha subito smentito: “Il prodotto descritto non sarebbe utilizzabile sui dispositivi Echo, perché non condividiamo le registrazioni vocali con terze parti.”

 

Quindi, alla luce di quanto è successo, ancora non esiste la possibilità di registrare le conversazioni degli utenti. Questo però fa comunque pensare al fatto che dietro la proposta di CMG vi fosse un servizio potenzialmente utilizzabile.

 

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