Quanto conviene la pensione anticipata? A quanto pare non molto. Ecco perché è meglio attendere di andare in pensione regolarmente.
La scelta tra andare in pensione a 64 o a 67 anni è un dilemma che molti lavoratori si trovano ad affrontare, specialmente quando si avvicinano all’età pensionabile. Mentre la prospettiva di abbandonare il mondo del lavoro può sembrare allettante con l’avanzare degli anni, è fondamentale valutare attentamente quando è il momento migliore per farlo, prendendo in considerazione sia gli aspetti economici che quelli strategici.
Perché non conviene la pensione anticipata
Il ritardo nell’ingresso nel mondo della pensione fino a 67 anni può offrire diversi vantaggi, sia dal punto di vista economico che da quello strategico. Un primo motivo cruciale riguarda l’importo della pensione e i contributi aggiuntivi. La decisione di andare in pensione spesso si basa sull’età e sul numero di contributi versati, ma è importante considerare i coefficienti di trasformazione che entrano in gioco nel ritardare l’uscita. Nel 2023 e 2024, tali coefficienti offrono incentivi significativi per chi sceglie di prolungare l’attività lavorativa.
Ad esempio, una lavoratrice di 64 anni che opta per la pensione anticipata contributiva riceverebbe un importo annuo di 18.144 euro. Tuttavia, rimandando l’uscita a 67 anni, il montante contributivo continuerebbe a crescere grazie ai contributi aggiuntivi versati durante quei tre anni supplementari.
I coefficienti di trasformazione, progressivamente crescenti con l’età, influenzerebbero positivamente l’importo della pensione. A 67 anni, con un montante contributivo aumentato, la lavoratrice percepirebbe un trattamento annuo maggiore rispetto alla pensione anticipata a 64 anni.
Le motivazioni
Il secondo motivo è che, oltre ai benefici finanziari immediati, il ritardo nell’uscita offre vantaggi a lungo termine. Continuando a lavorare per un periodo più prolungato, si contribuisce ulteriormente al montante contributivo, creando una base più solida per la pensione. I tre anni supplementari di contributi non solo aumentano l’importo totale, ma forniscono anche una maggiore sicurezza finanziaria nel corso degli anni di pensionamento.
Inoltre, la decisione di rimanere al lavoro potrebbe essere influenzata dalla natura stessa dell’occupazione. Se la lavoratrice svolge un lavoro che non le risulta particolarmente gravoso, prolungare l’attività lavorativa potrebbe portare a una transizione più graduale e positiva verso la vita pensionistica.
In certi casi quindi è bene riflettere attentamente su questi due aspetti può essere determinante per ottenere il massimo beneficio dalla scelta del momento giusto per andare in pensione. La pensione non dovrebbe essere solo un punto di arrivo, ma anche un nuovo inizio, e il ritardo nell’uscita può contribuire a garantire un passaggio più armonioso verso la vita pensionistica.