Il monitoraggio dell’INPS rivela un persistente divario nelle pensioni, con le donne che ricevono assegni inferiori di 400 euro al mese rispetto agli uomini.
Il divario di genere nelle pensioni in Italia continua a essere un tema preoccupante, con le donne che percepiscono assegni inferiori rispetto agli uomini. Secondo i dati più recenti dell’Inps, nel 2023 le pensioni destinate alle donne hanno registrato una media di 950 euro al mese, evidenziando un calo rispetto ai 963 euro del 2022. Questo ha portato a un divario salariale del 30,45% rispetto agli uomini, che continuano a ricevere assegni superiori di 400 euro al mese.
Pensioni più basse per le donne
Questo fenomeno non si limita solo alle pensioni iniziali, ma si riflette anche nelle pensioni anticipate basate su anni di contributi. Nel dettaglio, le nuove erogazioni nel 2023 hanno mostrato importi di 1.758 euro al mese per le donne e di 2.111 euro per gli uomini. La disparità è altrettanto evidente nelle pensioni di vecchiaia, con le donne che percepiscono in media 758 euro al mese, mentre gli uomini ricevono 1.071 euro.
Il report del Monitoraggio flussi di pensionamento 2022 e 2023 redatto dall’Inps sottolinea che nel corso dell’anno appena concluso sono stati erogati complessivamente 764.907 nuovi trattamenti, contrariamente agli 865.948 dell’anno precedente. Questo calo potrebbe indicare un effetto di Quota 100 in fase di esaurimento.
Il gender gap nelle pensioni riflette, in parte, le disuguaglianze presenti nel mondo del lavoro. Un’analisi condotta dall’Istat nel 2020 ha rivelato che nell’Unione europea, considerando i dati del 2018, gli uomini guadagnavano il 14,8% in più delle donne. Sebbene in Italia nel 2017 le differenze di reddito fossero del 5%, la situazione resta critica.
Analisi approfondita
Il programma Opzione Donna, che permetteva l’accesso anticipato alla pensione, ha subito un colpo a seguito di restrizioni dei requisiti. Nel 2023, grazie a questo strumento, sono stati liquidati 11.255 assegni previdenziali, evidenziando un netto calo rispetto ai 24.644 del 2022. Questo programma, che consentiva il pensionamento anticipato rispetto al trattamento di vecchiaia, richiede ora un completo ricalcolo dei contributi con il sistema contributivo.
Analizzando complessivamente i dati delle pensioni erogate nel 2023, l’Inps ha evidenziato che sono state 764.907, rappresentando un calo dell’11,07% rispetto al 2022 quando erano 865.948. I trattamenti di vecchiaia sono diminuiti del 2,38%, attestandosi a 296.153, mentre le pensioni anticipate sono state pari a 218.584, con un calo del 16,09%.
La gestione complessiva del Fondo Lavoratori Dipendenti ha registrato 327.558 pensioni nel 2023, in calo rispetto alle 376.753 del 2022. Questo trend si conferma anche nelle diverse gestioni, con una diminuzione delle pensioni erogate nel 2023 rispetto all’anno precedente. Ad esempio, per i dipendenti pubblici, le pensioni sono passate da 148.544 nel 2022 a 116.952 nel 2023.
Nonostante la complessità delle sfide, va notato che gli assegni sociali sono aumentati, passando da 84.073 nel 2022 a 88.539 nel 2023. Questo potrebbe indicare un impegno nel fornire un supporto aggiuntivo a coloro che necessitano di ulteriori assistenze economiche. Ma è evidente che il sistema previdenziale italiano deve affrontare in modo più deciso il gender gap persistente e le sfide strutturali che influenzano la distribuzione delle pensioni.