Il recente rapporto dell’Abi suscita un senso di ottimismo tra gli italiani, anticipando i prossimi tagli previsti dalla Bce. Vediamo i tassi sui mutui, basati sui dati di dicembre 2023.
Il 2023 ha salutato gli italiani con buone notizie dal punto di vista economico, con una chiusura dell’anno che ha visto una riduzione dell’inflazione e un’interessante inversione dei tassi sui mutui. Questi sviluppi positivi arrivano dopo oltre due anni di crescita, in gran parte alimentata dalle tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente. Ora, sembra che i tassi stiano subendo una svolta, suscitando ottimismo per l’anno a venire, il 2024.
Secondo l’Associazione Bancaria Italiana (Abi), a dicembre 2023 i tassi dei nuovi mutui sono scesi al 4,42%, segnando un calo dello 0,08% rispetto al mese precedente, quando si erano attestati al 4,5%. Questo significativo dietrofront rappresenta la prima inversione di tendenza dopo 24 mesi di costante aumento. Se confrontiamo questi dati con quelli di dicembre 2022, quando i tassi erano al 3,01%, vediamo che non siamo ancora a quel livello, ma l’andamento positivo rispetto a novembre suscita speranze per il futuro.
L’Abi ha commentato che gli effetti della politica monetaria restrittiva adottata dalla Banca Centrale Europea (BCE) si stanno manifestando anche nel mercato bancario italiano. I dati più recenti mostrano segnali iniziali di una diminuzione dei tassi di interesse rispetto ai valori massimi registrati in passato. Nonostante l’aumento registrato a novembre, a dicembre 2023 il tasso sui nuovi mutui erogati alle famiglie si è attenuato al 4,42%, confermando una tendenza di rallentamento.
Ma la situazione non è uniforme per tutti i settori economici. Mentre i tassi per le famiglie registrano una riduzione, quelli per le imprese hanno continuato ad aumentare. A dicembre 2023, il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle aziende è salito al 5,69%, rispetto al 5,59% di novembre. Nonostante ciò, l’Abi sottolinea che a dicembre il tasso medio complessivo sui prestiti è stato pari al 4,76%, rimanendo stabile rispetto al mese precedente. Questa stabilità potrebbe essere vista come un elemento positivo, mitigando gli impatti negativi sulla sfera finanziaria delle imprese.
Analizzando la domanda di prestiti, si nota una contrazione a dicembre 2023. I prestiti a imprese e famiglie sono diminuiti del 2,2% rispetto all’anno precedente. A novembre 2023, si era già registrato un calo del 3%, con prestiti alle imprese in diminuzione del 4,8% e quelli alle famiglie dell’1,2%.
Guardando alle sofferenze nette, che escludono svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con risorse proprie, a novembre 2023 sono state di 17,7 miliardi di euro (17,5 miliardi a ottobre). Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette raggiunto nel novembre 2015, con 88,8 miliardi segnalati, il calo è notevole, pari a 71,1 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,05% a novembre 2023 (1,04% a ottobre 2023; 4,89% a novembre 2015). Questi dati suggeriscono una situazione finanziaria più stabile e resiliente rispetto al passato recente.
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