L’Assegno anziani, considerato il possibile bonus-bluff del governo, sembra suscitare dubbi sulla sua effettiva utilità, poiché il contributo offerto si rivela essere inferiore alle anticipazioni iniziali.
Il piano destinato agli anziani non autosufficienti, noto anche come la prestazione universale per gli anziani, recentemente introdotto dal governo Meloni per il 2025, sembra sollevare alcune perplessità. Contrariamente alle dichiarazioni della premier Meloni, che aveva annunciato un assegno di 1.000 euro, sembra che l’importo reale sia inferiore e che questa prestazione potrebbe duplicare l’assegno di cura già erogato ai non autosufficienti, creando così una situazione di incompatibilità. Inoltre, sembra che la riforma del 25 gennaio scorso non sia così rivoluzionaria come inizialmente presentata, offrendo l’accesso solo al 2,5% degli anziani.
Il problema principale associato al patto per gli anziani è emerso dopo l’entusiastico annuncio del governo, quando la premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’approvazione di un decreto legislativo per la Terza Età atteso da oltre 20 anni. Questo bonus prevedeva un aumento dell’assegno di accompagnamento da 530 a 1.380 euro al mese, destinato agli ultraottantenni non autosufficienti per coprire i costi di assistenza da parte di lavoratori domestici o l’acquisto di servizi di cura e assistenza da imprese qualificate.
Secondo alcune fonti come il Fatto Quotidiano e La Repubblica, il “patto” sembra essere un duplicato dell’assegno di cura, con restrizioni ancora più severe. Il patto coinvolgerebbe solo gli ultraottantenni disabili gravissimi non autosufficienti certificati Inps e con un Isee inferiore ai 6.000 euro, limitandosi così al 2,5% dei malati anziché al 3,8 milioni presenti in Italia. Inoltre, l’importo effettivo non sarebbe di 1.000 euro, ma di 850.
A differenza dell’assegno di cura, che varia da 350 euro a 1.200 euro al mese con limiti Isee superiori a 6.000 euro, il Patto per gli anziani sembra offrire meno e sarebbe incompatibile con l’assegno di cura già attivo. Secondo il ministero del Lavoro, l’assegno “rafforzato” non si sommerebbe agli assegni di cura regionali, ma sarebbe una scelta alternativa. In pratica, gli ultraottantenni dovrebbero decidere se ricevere l’assegno di cura o il contributo statale, al quale potrebbe aggiungersi l’eventuale assegno d’inclusione.
Il Patto per gli anziani sembra essere una misura sperimentale, prevista solo per il 2025 e il 2026, con un finanziamento annuo di soli 300 milioni di euro. Non è escluso però che possa essere soggetto a modifiche dopo le critiche sollevate, al fine di migliorare l’accesso per coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
Scopri subito quali sono i numeri fortunati associati al tuo segno zodiacale e prova a…
I numeri fortunati hanno sempre avuto un ruolo importante nelle culture di tutto il mondo.…
Se noti questo dettaglio non comprarli assolutamente, sono dei Gratta e Vinci perdenti: stai perdendo…
Pensioni: una notizia bella per molti pensionati, scopri come puoi ottenere un aumento mensile di…
Queste persone dovrebbero assolutamente evitare di accendere l’aria condizionata, perché l’utilizzo di questo apparecchio comporta…
Prodotto di bellezza utilizzato da molte persone ritirato dal mercato a causa di un problema…