Fate attenzione a una nuova truffa che sta colpendo in Italia: 18 persone sono sotto indagine per conti svuotati usando messaggi SMS.
Lo spoofing è una delle truffe più insidiose, avvalendosi di varie modalità come email, telefonate o messaggi SMS, in cui l’hacker si maschera da figura fidata per la vittima, spesso impersonando istituzioni come la banca o la polizia postale.
Un caso di particolare rilevanza risale a febbraio 2024, quando il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Lombardia ha portato avanti un’indagine durata un anno, culminata in 18 perquisizioni nelle province di Caserta, Napoli, Salerno e Livorno. L’indagine è stata avviata grazie alla denuncia di un ottantenne milanese che aveva subito una truffa di 241mila euro attraverso un SMS e telefonate di phishing.
Nel dettaglio, l’ottantenne aveva ricevuto un SMS che, apparentemente proveniente dal servizio clienti della sua banca, lo avvertiva di un imminente attacco informatico sui suoi dispositivi mobili e conti correnti. Il messaggio lo indirizzava a cliccare su un link per avviare una procedura di blocco allo scopo di salvaguardare i suoi fondi. In seguito, è stato contattato telefonicamente da un presunto operatore antifrode della banca, il quale lo ha persuaso a spostare i suoi risparmi su conti considerati sicuri, al fine di prevenire prelievi non autorizzati.
Il denaro è stato trasferito attraverso bonifici verso conti correnti italiani, indicati dall’hacker. Le indagini hanno consentito di individuare 18 persone coinvolte, di cui 11 con precedenti penali specifici.
Il concetto di “spoofing” è strettamente legato alla falsificazione di identità, che può riguardare persone, applicazioni o dispositivi. Nel caso dell’ottantenne milanese, è emerso il ricorso al “Caller ID spoofing”, una tecnica in cui i truffatori telefonano facendo apparire sul display del telefono un numero che sembra legittimo, possibilmente quello della banca della vittima.
Per difendersi da queste frodi, è essenziale mantenere uno scetticismo verso chi, fingendosi assistente del servizio clienti o poliziotto, richiede esecuzione di bonifici o pagamenti. È fondamentale tenere presente che le banche non richiedono mai ai propri clienti, né telefonicamente né via email, di effettuare movimenti finanziari o di condividere credenziali di accesso ai servizi di home banking.
In un contesto sempre più permeato da minacce informatiche, l’utente medio dovrebbe acquisire consapevolezza delle pratiche sicure, evitando di cadere vittima di truffe sofisticate come lo spoofing. La prevenzione, unita a una maggiore consapevolezza digitale, può rappresentare il baluardo principale contro queste insidie, proteggendo le persone dai danni finanziari e dalla violazione della propria privacy.
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