La leva obbligatoria è stata congelata agli inizi degli anni 2000. Non è mai stata abolita del tutto, quanto rischiano i giovani di oggi?
Patrick Sanders, capo di Stato maggiore delle forze britanniche, ci ha lasciati letteralmente senza parole quando alla Nato ha parlato di riarmare i civili. In Italia il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sta lavorando per costituire una forza di 10mila riservisti. Così da essere pronti a intervenire in supporto alle Forze armate in caso di estreme necessità, come guerre o gravi crisi internazionali.
Leva obbligatoria, da quando?
Mentre nei prossimi mesi sia l’Inghilterra che la Germania cercheranno di capire se reintrodurre la leva obbligatoria oppure no, in Italia ancora non c’è cenno di questo argomento. Ma se la Nato dovesse chiamare quali italiani saranno chiamati alla guerra?
I primi arruolati in caso di emergenza
Se fosse necessario i primi a essere chiamati saranno ovviamente tutti i militari di carriera delle nostre Forze armate (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza). Dopodiché all’appello verranno contattati gli ex militari che abbiano completato il servizio da meno di cinque anni. Solo se questi non fossero abbastanza allora entrerebbero in campo i civili. La chiamata avverrebbe secondo le classiche regole delle liste di leva che comprendono tutti i cittadini maschi tra i 18 e i 45 anni.
In questi casi si vivrebbe di persona uno scenario che finora abbiamo visto solo nei film. Chiamati tutti i maschi che prima di essere prima di essere arruolati dovranno essere dichiarati idonei alla visita.
E’ possibile esonerarsi?
Per legge alcuni sono esonerati automaticamente. Questi sono i Vigili del fuoco e gli appartenenti alle Forze di polizia ad ordinamento civile, dalla Polizia di Stato alla penitenziaria alla Polizia locale.
L’articolo 52 della Costituzione però dice: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”. Quindi per tutti gli altri, come un tempo, anche oggi se dovesse accadere il rifiuto di fatto è un reato. L’unico motivo è avere un grave motivo di salute.
In ogni caso l’arruolamento dei civili al momento è un’eventualità davvero remota. Inoltre nell’articolo 11 della Costituzione viene detto: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
La chiamata alle armi è possibile in due casi, il primo in caso di difesa del paese e il secondo nel caso di un attacco alla Nato. L’articolo 5 del Trattato stabilisce che se una nazione facente parte dell’Alleanza subisce un’aggressione, le altre sarebbero in dovere di intervenire.
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