Il rischio epidemia in Italia ha raggiunto livelli critici, innescando un’allerta massima; diventa essenziale stabilire con precisione il periodo in cui sarà necessario somministrare i vaccini e identificare chi sarà coinvolto nel processo di vaccinazione.
L’alert Dengue persiste in America Latina e oltre. Come è accaduto con il Covid, c’è un’attenzione crescente verso gli spostamenti internazionali. In Italia, ad esempio, sono stati intensificati i controlli sui vettori provenienti da paesi come il Perù a partire dal 14 febbraio scorso. La preoccupazione sta aumentando in vista dell’estate del 2024.
Per quanto riguarda la situazione Dengue in Italia, sono stati implementati controlli come già discusso precedentemente, concentrandosi sul riconoscimento dei sintomi. Il ministero della Salute ha emesso una circolare raccomandando a tutti gli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera di effettuare controlli su mezzi e merci provenienti da paesi a rischio elevato o endemici.
Nelle ultime due settimane, sono state eseguite diverse operazioni, inclusi 16 controlli presso l’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, a Roma, per verificare la presenza del “certificato di disinsettazione residua” su aerei provenienti da Argentina, Messico, Cile, Maldive, Brasile ed Etiopia. Controlli sono stati condotti anche presso l’aeroporto di Bari e due attività di vigilanza su navi a Catania provenienti da Tunisi, con tappe a Madeira e Limassol.
L’alert rimane elevato, soprattutto in attesa dell’aumento delle temperature durante l’estate 2024, con la possibilità di problemi maggiori. Ma fare previsioni oggi risulta complesso, come sottolineato da Federico Gobbi, direttore del dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Verona.
Per affrontare la situazione, l’esperto ha indicato due modalità di risposta: un focus sui viaggiatori per intercettare i casi in arrivo e una formazione e informazione dei medici, specialmente quelli di famiglia e del pronto soccorso.
In caso di aumento delle preoccupazioni tra la popolazione, la voce degli esperti, come il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, risuona con forza. L’attenzione è rivolta soprattutto a Paesi come Argentina e Brasile, con milioni di casi, e la zanzara tigre in Italia, vettore della trasmissione.
In vista dell’estate 2024, si prevede che gli spray anti-zanzare diventeranno prodotti molto richiesti. Il virologo ha anche affrontato la questione del vaccino, suggerendo che sia utile per i viaggiatori diretti nelle zone a rischio, con due dosi distanziate di tre mesi. La possibilità di una vaccinazione di massa è stata suggerita solo in presenza di importanti focolai autoctoni.
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