Dopo due anni finalmente in Italia è possibile richiedere il visto per i nomadi digitali. Ecco come ottenerlo e quali sono i vantaggi.
Tutti coloro che svolgono un lavoro “altamente specializzato” potranno richiedere il permesso speciale di soggiorno per lo smartworking in Italia. Questa possibilità è riservata ai “nomadi digitali”, ovvero coloro che cambiano continuamente luogo di lavoro. L’Italia ha finalmente dato l’ok per dare loro la possibilità di un visto dedicato. Vediamo come ottenerlo e cosa cambierà da adesso in poi.
Visto per i nomadi digitali, ora anche in Italia
L’Italia ha dato il via per ottenere il visto per i nomadi digitali. Il decreto è stato firmato da Interno, Farnesina, Turismo e Lavoro e definisce come nomade digitale il cittadino di Stati extra Ue che svolge un’attività lavorativa altamente qualificata. Questi dovranno possedere e utilizzare strumenti tecnologici in grado di consentirgli di poter lavorare da remoto. Possono essere lavoratori autonomi, collaboratori o dipendenti di un’impresa anche non residente in Italia.
Il visto può essere rifiutato se già rilasciato. Può anche essere revocato secondo le classiche normative sul visto italiane. Ovvero nel caso in cui il datore di lavoro o il committente residente nel territorio dello Stato sia stato condannato negli ultimi cinque anni. Oppure anche in sentenza non definitiva, compresa quella adottata dopo l’applicazione di una pena, anche pecuniaria ridotta a un terzo e, se detentiva, non superiore a un massimo di 5 anni di detenzione.
Requisiti per ottenere il visto
L’ingresso e il soggiorno dei nomadi digitali è consentito ai lavoratori che hanno un reddito minimo annuo non inferiore al triplo del livello minimo previsto, all’incirca poco meno di 28mila euro annui. Inoltre, il nomade digitale dovrà avere un’assicurazione sanitaria valida per il territorio nazionale e per tutto il periodo del soggiorno. In questo modo può avere accesso a cure mediche e ricovero ospedaliero
Il nomade digitale dovrà poi dimostrare dove si trova il proprio alloggio tramite apposita documentazione. Inoltre dovrà aver maturato un’esperienza lavorativa di almeno sei mesi da svolgere come nomade digitale o lavoratore da remoto. Può chiedere il visto all’ufficio diplomatico-consolare competente, presentando una dichiarazione sottoscritta dal datore di lavoro, accompagnata dalla copia del documento di riconoscimento.
Quanto tempo ci vuole per ottenere il visto
Il permesso di soggiorno deve essere richiesto entro otto giorni dall’ingresso in Italia. La richiesta andrà fatta alla questura della provincia in cui il lavoratore si trova. Viene rilasciato solo con “mezzi a tecnologia avanzata”. E sul permesso sarà proprio riportata la scritta “nomade digitale – lavoratore da remoto”. La validità non supera un anno e potrà essere rinnovato solo se resistono le condizioni e i requisiti che consentono il rilascio.