È un vero e proprio allarme in Italia perché sembra che non ne resterà più nemmeno uno. Che cosa sta per accadere?
L’emigrazione delle banche dai piccoli e grandi comuni italiani suscita un allarme crescente. La chiusura inarrestabile degli sportelli bancari sta privando le comunità di servizi essenziali e minando l’occupazione nel settore. I sindacati hanno sollevato la questione, portando l’emergenza all’attenzione del Parlamento. Con una diminuzione del 20,7% delle filiali dal 2018 al 2023 e 717 comuni in più senza presidio bancario, si profila una crisi economica, sociale e legale. L’interrogativo che si pone ora è come affrontare questa situazione e garantire un accesso equo ai servizi finanziari per tutti i cittadini italiani.
Emergenza in Italia: banche e sportelli chiusi in molti paesi
L’emergenza dell’esodo delle banche dai piccoli e grandi comuni in tutta Italia continua a suscitare preoccupazione. Gli sportelli bancari aperti si riducono sempre di più e, dopo le numerose segnalazioni dei sindacati di categoria, il problema è finalmente giunto all’attenzione del Parlamento, che sta prendendo in considerazione mozioni e risoluzioni bipartisan per affrontarlo. Questo fenomeno è stato analizzato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, il quale ha registrato una significativa diminuzione del 20,7% delle filiali bancarie dal 2018 al 2023, passando da 25.409 a 20.161 in tutto il territorio nazionale.
Secondo l’analisi dei dati condotta dal sindacato bancario Uilca e riportata da Adnkronos, con la chiusura degli sportelli bancari aumenta il numero di comuni che si trovano senza alcun presidio bancario: ben 717 in più in soli sei anni.
Da un’ottica geografica, la tendenza alla chiusura degli sportelli bancari si manifesta in maniera omogenea su tutto il territorio italiano. Sebbene la Sicilia e la Sardegna evidenzino una riduzione minore delle filiali, attestata al -17,5% rispetto alla media nazionale del -20,7%, si registrano anche qui un aumento dei licenziamenti, con una diminuzione del 15,1% del personale impiegato nel settore, equivalente a 2.188 lavoratori in meno. Questa tendenza mette in luce una situazione complessa, evidenziando la necessità di affrontare le sfide socio-economiche che ne derivano.
Quali sono le conseguenze di questo effetto domino?
La chiusura di 5.248 filiali non costituisce solo un problema per i servizi offerti ai cittadini, ma impatta anche sull’occupazione, con una perdita del 6% del personale bancario dal 2018 al 2023, corrispondente a 16.727 lavoratori licenziati.
“Fino al 2023 dobbiamo purtroppo constatare la continuazione del trend di chiusura delle filiali bancarie. Questo fenomeno sta provocando conseguenze negative sui territori a livello economico, legale e sociale, colpendo soprattutto le fasce più deboli e fragili della popolazione, che noi, come sindacato, abbiamo il dovere di tutelare e proteggere”
ha commentato all’Adnkronos il segretario generale della Uilca, Fulvio Furlan.
Davanti a questa situazione allarmante, gli utenti si chiedono come fare a far fronte alla scomparsa degli sportelli bancari, che rappresenta una significativa perdita di servizi e una complicazione nella gestione delle proprie operazioni finanziarie.