Cibo sprecato in Italia, quantità mai vista prima: la regione che ne butta di più sembra essere inesorabilmente immersa in un ciclo di spreco senza precedenti.
Il 5 febbraio 2024, durante la Giornata Nazionale per la Prevenzione degli Sprechi Alimentari, è stato presentato il rapporto “Osservatorio internazionale su Cibo e Sostenibilità: Waste Watcher 2024”, un’analisi approfondita condotta dall’Università di Bologna (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari) basata sui dati forniti da IPSOS. Questo studio ha rivelato una situazione preoccupante riguardo alla quantità di cibo sprecato in Italia, evidenziando un circolo vizioso che genera perdite economiche considerevoli nel breve e nel lungo termine. Nel corso di un solo anno, lo spreco lungo la catena alimentare ha rappresentato un valore di 13,155 miliardi di euro.
Cibo sprecato in Italia
Il rapporto dell’Osservatorio internazionale, pubblicato nel febbraio 2024, ha esaminato lo spreco alimentare nel corso del 2023, rivelando cifre allarmanti che sollevano dubbi sulla sostenibilità delle abitudini alimentari e dei sistemi di produzione e distribuzione nel paese. Ecco un riepilogo dei dati:
- Nel settore agricolo: sono stati sprecati oltre 856 milioni di euro, coinvolgendo più di 1 milione di tonnellate di prodotti alimentari.
- Nell’industria alimentare: le perdite ammontano a oltre 856 milioni di euro, con più di 1 milione di tonnellate di cibo sprecato.
- Nella distribuzione: supermercati e altri canali hanno registrato uno spreco di oltre 3,9 miliardi di euro, con oltre 310 mila tonnellate di cibo gettate via.
- Sprechi domestici (percepiti): si stima che abbiano superato i 7,4 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 1,7 milioni di tonnellate di cibo.
Non sono disponibili dati precisi riguardo allo spreco alimentare nel settore della ristorazione, ma si presume che le perdite siano superiori rispetto agli ambienti domestici, rappresentando una quota significativa del totale dello spreco alimentare.
Quali sono i cibi più sprecati?
L’analisi dello spreco alimentare ha identificato i seguenti alimenti come i più frequentemente gettati via:
- Frutta fresca: con una media di 25,4 grammi di spreco, la frutta fresca si posiziona al primo posto.
- Cipolle, aglio, tuberi: al secondo posto, con una media di 20,1 grammi.
- Pane fresco: con una media di 20,1 grammi.
- Insalate: con una media di 18,5 grammi.
- Verdure: con una media di 18,2 grammi.
Dove avviene maggiormente lo spreco alimentare?
L’analisi della distribuzione dello spreco alimentare ha evidenziato un quadro variegato, riflesso delle diverse pratiche regionali. Sebbene nel Sud Italia si registri il più alto livello di spreco, anche il Nord e il Centro non sono esenti da questo problema. Il Nord ha una media di 534,1 grammi di cibo sprecato in sette giorni, mentre il Centro si attesta a 572,8 grammi e il Sud a 591,6 grammi.
Lo spreco alimentare in Italia comporta una perdita economica significativa, oltre a una sfruttamento eccessivo di risorse naturali. Inoltre, ha un impatto sociale grave, soprattutto considerando che una parte della popolazione è a rischio di povertà. Ridurre lo spreco potrebbe migliorare la disponibilità di cibo per chi ne ha bisogno e ridurre l’impatto sociale della fame e della povertà.