Spesso si vedono coppie che si separano che smettono di pubblicare foto dei figli sui social. In pochi sanno che c’è un motivo legale.
Quando una coppia con figli minorenni decide di lasciarsi è molto comune notare come che cessino di colpo di postare foto e video ritraenti i propri bambini. Il motivo è perché tra le tante situazioni che possono diventare oggetto di discussione durante un divorzio, la condivisione online dei volti dei figli rappresenta uno dei temi più delicati. Con il rischio di potenziali ripercussioni giudiziarie sia in ambito civile che penale per il genitore colto in fallo.
Figli sui social: cosa dice la legge
Il termine usato quando si condividono foto dei propri figli sui social è sharenting. Chi posta regolarmente contenuti con i propri bambini, però, forse è ben consapevole delle regole da rispettare e rischi dietro un simile comportamento. Bisogna sempre tener conto che la pubblicazione di contenuti che hanno come protagonisti dei minori è una pratica rigidamente regolamentata da norme nazionali ed europee.
Queste leggi stabiliscono che qualsiasi contenuto ritraente un soggetto minore al di sotto di una certa soglia d’età necessita obbligatoriamente del consenso di entrambi i genitori. In Europa tale limite è stato fissato a 16 anni dal General Data Protection Regulation (GDPR) del 2016, anche se la normativa permetteva ai singoli Paesi membri di abbassare il limite fino ai 13 anni.
L’Italia ha fissato il limite fino a 14 anni. Ciò significa che prima del compimento del quattordicesimo compleanno, ogni immagine o video riguardante il minore in questione può essere pubblicato sul Web solo se entrambi i genitori sono d’accordo. Per quanto l’obbiettivo è quello di tutelare i minori, questa clausola viene spesso usata nelle battaglie legali tra genitori che sono in fase di separazione.
Separazione e consenso dei genitori
In un contesto familiare stabile tale consenso può risultare scontato o comunque oggetto di una dialettica interna alla coppia. Cosa molto diversa quando una relazione finisce perché ogni decisione presa sui figli può diventare oggetto di contesa. Soprattutto quando la causa non è consensuale, tanto da innestare un procedimento civile per imporre la rimozione delle foto o dei video contestati. In molti casi, addirittura, un risarcimento economico da comminare alla parte lesa o persino un processo penale per violazione della privacy.
Questo solo per iniziare, perché poi si passerebbe alle possibili implicazioni negative che potrebbero comportare in materia di affidamento dei figli o di attribuzione delle responsabilità genitoriali durante le pratiche di divorzio. Tutelare la privacy dei propri figli rimane dunque la priorità di qualsiasi consesso familiare. Quando entrano in gioco anche questioni legati alla fine di un rapporto, l’uso dei social deve essere ancora più accorto perché le conseguenze potrebbero rivelarsi molto spiacevoli.