Israele ha attaccato l’ambasciata iraniana. Dopo il folle gesto la Siria non intende rimanere con le mani in mano, ci saranno delle conseguenze.
Il raid di Israele sull’ambasciata iraniana in Siria è il colpo più grande dall’uccisione di Soleimani. Questo folle gesto scatenerà una serie di eventi che potrebbero portare a delle conseguenze colossali. Già ora Teheran studia la vendetta e c’è il rischio di una guerra regionale. Nell’attacco è morto l’80enne Mohamed Reza Zahedi, che guidava i 4 mila pasdaran impegnati a sostenere il regime di Bashar Al Assad e agiva come collegamento con Hezbollah. Sono stati uccisi anche Hossein Aminullah, capo di Stato maggiore per Siria e Libano, e Haj Rahimi, comandante dell’ala palestinese. Vediamo insieme tutti i dettagli e come questo rischia di coinvolgere anche voi.
L’attacco all’ambasciata iraniana, un atto terroristico
«Condanniamo fermamente questo atroce attacco terroristico che ha preso di mira l’edificio del consolato iraniano a Damasco e ha ucciso numerosi innocenti», questa è stata la risposta del ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad, sul posto insieme al ministro degli Interni siriano. L’attacco di lunedì non è stato proprio una novità, era da tempo che Israele puntava agli edifici militari iraniani. Il paese ne ha approfittato grazie alla guerra contro Hamas innescata dall’attacco del 7 ottobre. Secondo le autorità sanitarie palestinesi più di 32.000 palestinesi sono stati uccisi nell’offensiva israeliana a Gaza.
Gli Stati Uniti e l’Europa ora hanno paura
Le Nazioni Unite hanno descritto l’attacco come una «flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del principio fondamentale dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari». Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha detto che Washington attualmente è «preoccupata per qualsiasi cosa possa provocare un’escalation o causare un aumento del conflitto nella regione». Ma gli Usa non si aspettano che l’attacco influenzi i colloqui sulla liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas.
Steven Cook, analista del Council on Foreign Relations di Washington, si dichiara preoccupato per un potenziale escalation. «L’IRGC può allentare le restrizioni sui delegati in Iraq e Siria, mettendo nuovamente in pericolo le forze americane. Gli iraniani potrebbero anche ordinare a Hezbollah di intensificare i suoi attacchi contro Israele, che sono diventati sempre più audaci e numerosi». A quanto pare attualmente l’Iran non può permettersi di bombardare in via diretta bersagli di Israele perché darebbe il via a un’escalation imprevedibile.
LA situazione non è per niente idilliaca e facendo un riassunto abbiamo una situazione geopolitica sempre più instabile. Ad esempio Teheran al confine con il Libano Hezbollah lancia attacchi con missili e colpi di mortaio. Le risposte di Israele hanno portato a più di 500 vittime in sei mesi secondo i giornali. La situazione è ancora complicata nel mar Rosso, dove gli Houthi prendono ancora di mira le navi commerciali. C’è un alta probabilità di nuovi attacchi nei confronti delle basi americane in Siria e in Iraq. Quindi per ora l’Iran dice che non farà nulla, ma la vendetta arriverà al momento giusto. Di questo passo la situazione si estenderà sempre di più.