Pagare meno tasse in Italia in questo modo: gli economisti rompono il silenzio e il metodo è totalmente legale

Come pagare meno tasse in Italia? Gli economisti rompono il silenzio e svelano un trucco legale da mettere subito in pratica.

Pagare meno tasse in Italia
Pagare meno tasse in Italia

 

La ricerca di strategie per ridurre l’onere fiscale è una preoccupazione diffusa tra i contribuenti italiani. Sia gli imprenditori che i lavoratori dipendenti (e anche i pensionati) sono consapevoli dell’obbligo di versare le tasse, un dovere imposto dalla legge per evitare di incorrere nell’evasione fiscale. Ma come pagare meno tasse in Italia?

Pagare meno tasse in Italia con il trucco degli economisti

Se è innegabile che le tasse debbano essere pagate, è altrettanto vero che esistono modalità legittime per ridurne l’importo e risparmiare nel rispetto delle normative, senza ricorrere all’elusione fiscale.

È importante ricordare che le imposte versate da tutti i contribuenti sono fondamentali per consentire al sistema statale di fornire servizi ai cittadini. Tuttavia, anche nel rispetto della legge, è possibile alleggerire il peso fiscale. Esaminiamo come.

Strategie per ridurre le tasse

La percezione diffusa è che in Italia si paghino troppe tasse. Questo è un dato di fatto: la pressione fiscale nel nostro Paese è elevata e spesso si avverte una sensazione di impotenza di fronte alle richieste del Fisco.

Per i lavoratori autonomi, esiste la possibilità di ridurre le tasse optando per il regime forfetario delle partite IVA, introdotto con la legge 190/2014. Questo regime fiscale è accessibile a tutti coloro che possiedono una partita IVA e un fatturato non superiore a 85.000 euro, con un’aliquota del 15% (ridotta al 5% nei primi 5 anni di attività in determinati casi).

L’aliquota non viene applicata sul fatturato totale, ma su un coefficiente di redditività stabilito dalla legge per ogni categoria professionale. Ciò consente di pagare le tasse in modo forfettario, mantenendo una percentuale dei guadagni esentasse.

Il coefficiente di redditività varia dal 67% al 78% a seconda del tipo di attività professionale.

Va sottolineato che nel regime forfetario non è possibile dedurre alcuna spesa, ad eccezione dei contributi previdenziali obbligatori. Per i lavoratori autonomi che operano secondo questo regime, esistono comunque spazi per ridurre le tasse.

Ottimizzazione delle spese per ridurre le tasse

Molti lavoratori autonomi in regime ordinario trascurano di monitorare attentamente i costi relativi alla propria attività e, di conseguenza, non agiscono in modo efficace per ridurre l’imposta sul reddito. In questo contesto, vale il principio secondo cui chi spende meno, paga meno tasse, anche se può sembrare paradossale.

Per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, esiste il principio di “inerenza”, che consente la deducibilità fiscale di tutte le spese sostenute nell’esercizio dell’attività professionale. Queste spese devono essere documentate tramite fatture o scontrini con l’indicazione della partita IVA del professionista.

Sono deducibili, ad esempio, i costi per l’aggiornamento professionale, l’acquisto di materiale di cancelleria, l’acquisto di beni strumentali e molte altre spese connesse all’attività professionale.

Tasse Italia
Tasse Italia

Anche le spese di rappresentanza, come pasti e pernottamenti, possono essere dedotte dal reddito imponibile, mentre l’IVA documentata è detraibile al 100%. Oltre alle spese di rappresentanza, è possibile dedurre una parte delle spese per l’acquisto e il mantenimento di un’auto, così come le spese per immobili ad uso promiscuo.

Anche le spese per telefonia sono deducibili, così come le indennità di trasferta per viaggi e trasferte di lavoro.

Esistono diverse strategie per ridurre l’onere fiscale in Italia, sia per i lavoratori autonomi che per gli imprenditori. È fondamentale conoscere le normative fiscali e pianificare attentamente le proprie spese per massimizzare i risparmi nel rispetto della legge.

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