Sta per essere introdotto il nuovo condono edilizio proposto da Matteo Salvini, il quale copre una vasta gamma di interventi che vanno dai soppalchi alle verande. Questo provvedimento è noto come “Salva Casa”.
Il decreto Salva Casa si concentra principalmente su interventi minori come lo spostamento di tramezzi, l’installazione di pareti in cartongesso, la costruzione di soppalchi, l’ampliamento di finestre e la chiusura di balconi con verande. Questi cambiamenti non alterano la struttura fondamentale dell’edificio né le sue caratteristiche essenziali.
Il ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, ha sottolineato che questo decreto mira a regolarizzare piccole difformità e irregolarità. Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, queste interessano quasi l’80% del patrimonio immobiliare. Di conseguenza, il provvedimento viene presentato come una soluzione per sanare le piccole discrepanze edilizie senza essere considerato un condono.
Il decreto Salva Casa affronta tre principali tipi di irregolarità.
1. Problemi di natura formale: questi includono errori di rappresentazione nel progetto che sono stati corretti durante l’esecuzione dei lavori, creando discrepanze tra il progetto approvato e la realtà. Prima del 1977, non era possibile modificare il progetto durante i lavori, quindi le differenze non venivano mai sanate. Ad esempio, una finestra prevista nel progetto ma non realizzata o un cornicione progettato di 30 centimetri ma realizzato di 50 centimetri.
2. Discrepanze interne: prima del 1977, non era necessario presentare planimetrie complete, ma solo un “piano tipo”. Durante la costruzione, alcuni elementi venivano modificati, creando discrepanze. Inoltre, le modifiche interne apportate nel corso degli anni, spesso non dichiarate, hanno complicato ulteriormente la situazione. Anche queste modifiche potranno ora essere regolarizzate.
3. Doppia conformità: infine, il decreto interviene sulle modifiche che potevano essere regolarizzate all’epoca ma che ora non possono essere sanate a causa della “doppia conformità”. Attualmente, solo gli elementi conformi sia alle normative al momento della realizzazione sia a quelle attuali possono essere regolarizzati. Il decreto intende eliminare questa doppia restrizione, mantenendo comunque la regolarità urbanistica: non sarà possibile regolarizzare immobili costruiti in zone vietate.
Matteo Salvini ha dichiarato che la maggioranza delle case degli italiani presenta piccoli problemi interni come bagni, finestre, verande e soppalchi. Milioni di case sono bloccate dalla burocrazia e l’obiettivo è sanare queste piccole irregolarità. Se qualcuno ha costruito una villa con piscina o ha aggiunto piani non autorizzati, la risposta sarà l’abbattimento, ma chi ha fatto modifiche minori potrà regolarizzare la situazione pagando una tariffa.
Un altro aspetto importante è quello delle tolleranze costruttive, ossia il margine di errore rispetto a quanto dichiarato che le normative attuali considerano legittimo. Attualmente, questo margine è del 2%, ma potrebbe essere aumentato, variando a seconda del tipo di immobile.
Per dimostrare che il decreto non è un nuovo condono edilizio, si sottolinea che non sarà possibile regolarizzare abusi basati sull’assenza di un permesso o di una licenza. Le tolleranze costruttive e le parziali difformità saranno regolarizzabili solo entro limiti di scostamento dai parametri autorizzati, senza poter essere considerate illeciti edilizi.
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