La generazione Z è ricca a quanto pare. Tranne in Italia, che non trovano lavoro e un’indipendenza economica, ecco cosa succede nel mondo.
«La Generazione Z è la più ricca senza precedenti». Lo ha detto proprio così uno studio dell’Economist, secondo cui gli “Zoomers” prenderanno il posto dei baby boomer (nati dal 1945 al 1964) nella maggior parte dei campi. Nonostante tutto la Gen Z è anche quella che soffre di più d’ansia. Caso a parte l’Italia che risulta essere il Paese con il più alto tasso di Neet, ovvero giovano tra i 15 e i 29 anni che non ha né cerca lavoro, non frequenta la scuola e nessun corso di studi. Vediamo insieme tutti i dettagli.
La generazione Z è ricca
Nel mondo ci sono 250 milioni di persone nate tra il 1997 e il 2021 che vengono definiti “Generazione Z”. Secondo lo studioso: «I giovani di oggi hanno meno probabilità di formare relazioni rispetto al passato. Hanno maggiori probabilità di essere depressi. E secondo le stime, sono la generazione che beve meno, che ha meno rapporti sessuali e che vive più stati d’ansia».Come sempre la colpa è degli smartphone e dei social media.
Rispetto ai Millenial, nati cioè tra il 1981 e il 1996, la Gen Z non ha vissuto attivamente la crisi finanziaria globale del 2007-2009. Molti hanno scelto di studiare materie che li aiutino a trovare lavoro. L’essere nati con lo smartphone gli ha consentito di avere accesso a molte più informazioni, anche passiva, rispetto al passato. In Gran Bretagna e in America, ad esempio, i membri della Generazione Z si stanno concentrando su materie come l’economia e l’ingegneria. In questi Paesi, la retribuzione oraria media sembra essere aumentata, superando gli aumenti salariali tra gli altri gruppi di età.
In Italia i giovani non hanno un soldo
Il vantaggio di questa generazione è stato quello di credere che Il potere economico il lavoro fosse un diritto a differenza del passato, quando era un privilegio per pochi. Il rischio di questa ricchezza è che non comporti una crescita professionale. «Solo l’1,1% dei ventenni nell’Ue gestisce un’impresa o impiega qualcun altro».
Questo, però, non vale in Italia caso italiano che non è del tutto dentro questa logica. Nelle classifiche dell’Unione europea, infatti, l’Italia è il Paese con il più alto tasso di Neet (Not in Education, Employment or Training). Un’affermazione che conferma il report del 2022 “A look at NEET” secondo cui la percentuale di Neet in Italia è tra le più alte d’Europa.