Se non hai mai preso il Covid non sei semplicemente fortunato. Gli esperti hanno risolto uno dei grandi enigmi della pandemia.
Uno dei più grandi enigmi della pandemia di Covid-19 è stato il motivo per cui alcune persone non si ammalano nonostante l’esposizione al virus. Finalmente, un controverso studio chiamato UK COVID-19 Human Challenge, nel quale 36 volontari sono stati infettati deliberatamente, ha fatto luce su questo mistero.
Un medico infetta una volontaria del progetto UK COVID-19 Human Challenge inserendole il coronavirus SARS-CoV-2 direttamente nel naso. Questo studio, guidato dall’Imperial College di Londra, ha coinvolto 36 soggetti giovani e sani infettati deliberatamente con il coronavirus attraverso una siringa che inseriva il virus nelle loro narici. L’obiettivo principale era analizzare in dettaglio come il corpo umano risponde a un nuovo patogeno.
Il team internazionale di ricercatori, guidato da scienziati della Divisione di Medicina dell’University College di Londra e del Wellcome MRC Cambridge Stem Cell Institute, ha collaborato con vari istituti tra cui il The Netherlands Cancer Institute di Amsterdam e il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Imperial College di Londra. La ricerca ha portato alla luce risposte immunitarie mai osservate prima.
Durante l’esperimento, 16 volontari sono stati monitorati attentamente per valutare la risposta all’esposizione virale a livello di singola cellula. Tra questi, sei hanno sviluppato sintomi lievi di Covid-19, tre hanno avuto un’infezione transitoria, mentre sette sono rimasti negativi nonostante l’inoculazione del virus nelle narici.
Attraverso il sequenziamento di centinaia di migliaia di singole cellule, i ricercatori hanno individuato un gene chiamato HLA-DQA2, particolarmente espresso nel sangue e nella mucosa nasale delle persone che non si ammalavano. Questo gene sembra giocare un ruolo cruciale nel proteggere alcune persone dall’infezione. Studi precedenti avevano già associato HLA-DQA2 a infezioni meno severe di Covid-19, e ora si ritiene che la sua elevata espressione possa prevenire infezioni prolungate.
La ricerca ha rivelato che nei volontari che non si ammalavano il virus veniva eliminato prima che potesse stabilizzarsi nella mucosa nasale, grazie a una reazione immunitaria innata molto efficace. In queste persone, si osservava un numero ridotto di globuli bianchi infiammatori, mentre in coloro che sviluppavano i sintomi, si notava una rapida risposta dell’interferone nel sangue ma lenta nel naso, permettendo al virus di causare i sintomi tipici della malattia.
I dettagli della ricerca, intitolata “Human SARS-CoV-2 challenge uncovers local and systemic response dynamics”, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature. Questi studi offrono una speranza concreta per future strategie di prevenzione e cura del Covid-19, basate su una comprensione più profonda delle risposte immunitarie innate che possono prevenire l’infezione.
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